sabato 14 febbraio 2009

Internet regolamentato al silenzio


Dall'intervista di Alessandro Gilioli al sen. D'Alia(PdL) pubblicata su "L'Espresso" del 10 febbraio 2009

" A. Gilioli: Io volevo parlare di questo emendamento: innanzitutto, spieghi lo scopo e l'utilità.
D'Alia: L'emendamento introduce l'articolo 50 bis al pacchetto sicurezza, che consente al ministro dell'interno, su comunicazione dell'autorità giudiziaria che procede per delitti di istigazione a delinquere o apologia di reato, attribuisce al ministero dell'interno il potere di disporre che i fornitori di connettività alla rete internet utilizzino gli strumenti di filtraggio nei confronti di quei siti o social network che contenessero, diciamo, dichiarazioni e quant'altro connesse a queste ipotesi di reato.
Cioè, è una norma che serve a cominciare a intervenire nella regolamentazione di internet e questo nasce sostanzialmente dalle vicende che hanno riguardato Facebook, della comparsa su quel social network di gruppi inneggianti a Riina, Provenzano, alle Brigate Rosse eccetera.
E poiché non vi è alcuno strumento, nell'ordinamento, che consenta un intervento immediato qualora ovviamente si ravvisi un'ipotesi di reato, cioè qualora la magistratura stia indagando, il ministro dell'interno interviene con uno strumento di natura squisitamente cautelare che serve ad evitare che vi sia una moltiplicazione di questi siti o di queste manifestazioni illecite sulla rete.
Ovviamente, tutto questo avviene con la possibilità del ricorso all'autorità giudiziaria da parte degli interessati, e comunque attraverso una procedura di natura contraddittoria anche con i gestori dei siti a cui viene notificata una diffida ad oscurare o cancellare quelle parti che sono in contrasto con le posizioni citate.

A. Gilioli: Però, senatore, mi permetta di interromperla. La contestazione che viene fatta è proprio questa: io ho letto bene il suo emendamento, non si parla di cancellare le parti ma di oscurare il sito. Allora si dice: se c'è un gruppo su facebook che incita a Provenzano piuttosto che altre cose, gli effetti del suo emendamento non sarebbero cancellare quella pagina ma oscurare l'intero sito.
D'Alia: Ma mi scusi: se il gestore del sito non si fa carico di cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che il sito venga oscurato. Il ministero diffida il gestore, il gestore poi ha due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare dal sito i gruppi oppure non ottemperare. Se non ottempera si rende complice di chi inneggia a Provenzano e Riina quindi è giusto che venga oscurato.

A. Gilioli: All'interno di YouTube, per esempio, ci sono diversi video che potrebbero ricadere, forse, all'interno della tipologia da lei enunciata. Se YouTube non cancella quei video viene oscurato l'intero YouTube?
D'Alia: Secondo me si, certo.

A. Gilioli: Ancora un altro caso...
D'Alia: Le faccio un esempio: se su YouTube esce un video, come è successo e peraltro ci sono state diverse polemiche, in cui quattro ragazzi picchiano un loro coetaneo disabile - peraltro, in questo caso siamo in presenza della rappresentazione di un reato non è che siamo in presenza di una apologia: c'è la diretta o la riproduzione di un film in cui viene commesso un illecito penale - è giusto che un sito lo mantenga? Io credo di no.

A. Gilioli: Un altro caso: c'è una discussione online, nei siti, nei forum. Fra utenti del forum può capitare che ci si insulti o anche che ci si minacci. Lei questo lo ritiene una tipologia...
D'Alia: Se io minaccio qualcuno, lo minaccio nella realtà o su internet sempre un reato è.

A. Gilioli: Le faccio un'altra tipologia: io sono ipoteticamente autore di un blog. All'interno del mio blog qualcuno, tra i commentatori del mio blog, mi insulta, minaccia. Io che sono il blog master e quindi ritengo che sia giusto lasciare aperto il mio blog a ogni voce, comprese quelle che mi minacciano e mi insultano, non tolgo queste voci. Anche in questo caso si rientra nella tipologia?
D'Alia: Guardi, rientrano tutte quelle ipotesi che sono previste dal codice penale nell'ambito dei delitti di istigazione a delinquere o disobbedire alle leggi. I delitti di apologia di reato, che sono previste dal codice penale o da altre disposizioni. Sono tutte ipotesi che sono ricondotte a fattispecie illecite, che sono già sanzionate nel codice penale e che quindi hanno la necessità di essere sanzionate in tutte le loro manifestazioni. Non è che cambia se io faccio un ciclostile con cui dico che Riina...

A. Gilioli: Scusi senatore, stiamo parlando dei commenti a un blog...
D'Alia: Guardi, i commenti a un blog non è che sono diversi: se in un commento a un blog io dico che le Brigate Rosse hanno fatto bene ad uccidere Moro, questa si chiama apologia di reato. Che io lo faccia sul blog, con un telegramma, su un bigliettino, con un comunicato stampa non cambia: sempre di reato si tratta e va perseguito, e va perseguito colui il quale se ne fa complice pubblicando queste porcherie, ivi compreso se è un gestore di internet tanto per essere chiari.
Io la penso in questo modo.

A. Gilioli: Senta senatore: lei è un frequentatore della rete?
D'Alia: Certo

A. Gilioli: Su facebook ci va?
D'Alia: No, su facebook vado poco perché mi indigna vedere su quel sito che si censurino le mamme che allattano i figli perché si ritiene esteticamente un fatto offensivo, antiestetico e poi si consenta a vari gruppi, ad esempio "Omaggio a Cutolo, chi è parente di pentiti infami e confidenti è pregato di non iscriversi a questo sito dedicato a Cutolo".
Io non ci vado perché questo sito che censura le mamme, come dichiara peraltro correttamente Articolo 21, e consente queste porcherie è un sito indegno, dal mio punto di vista. Con tutto il rispetto per chi vi accede.

A. Gilioli: Lei è conscio del fatto che se in Italia si chiude YouTube e Facebook siamo peggio della Birmania?
D'Alia: Guardi, io non sono per chiudere né Facebook né YouTube: io sono perché Facebook e YouTube rispettino le vittime di mafia, del terrorismo e degli stupri.

A. Gilioli: E se non le rispettano?
D'Alia: Se non le rispettano non possono avere il rispetto dello Stato.

A. Gilioli: Quindi vanno chiusi.
D'Alia: E' evidente."

Tanto per dire, quando sono apparsi i gruppi che inneggiavano alla mafia e allo stupro di gruppo in FB, mi sono chiesta a cosa servissero. Servono certamente per accontentare l'imbecillità umana, ma anche ad altro, mi sono risposta.

Metti per caso che io faccio un grande casino perchè sono fan di mafiosi, e che quello serve sia per far sapere ai mafiosi che li amo e che li abbraccerei volentieri, ma serve anche a fare dire: "Ma qui sono tutti mafiosi, bisogna porre rimedio, bisogna regolamentare tutto." E allora tu cosa mi vai a regolamentare? Ma non la mafia e la sua cultura mafiosa oltre che le azioni mafiose, ma i blogger che scrivono in rete.

E' chiaro che dei provider domiciliati sul pianeta Nettuno non li puoi toccare e quindi tu oscuri, mandi in silenzio quello che arriva in casa tua. E con l'azione di oscuramento intanto immetti il primo principio che puoi farlo e si chiama censura e immetti il secondo principio, che intanto chi non vuole avere noie, impari a stare zitto.

La rete è comunicazione, è condivisione, è crescita e risorsa per molti che non hanno possibilità di comunicare, penso ai portatori di handicap. La rete aiuta a far circolare le idee, e questo non piace.

E allora si controlla e si riduce al silenzio, si riduce la democrazia, la libertà di espressione, quella contenuta nella parte prima della Costituzione. Quella stessa che si vorrebbe ridurre ad una lista di poteri del Cavalierato a Cavallo con Doppio Feudalesimo alla Turcomanna con scappellamento a Destra. Ma una destra distante da quella europea, più simile alla Destra Birmana.

Intanto i nani non mancano e le ballerine sono ottime ed abbondanti, infatti siamo oltre la 6° di pettorale, per il resto ... ci stiamo attrezzando ed i lavori sono in corso.

Per favore, intanto fate silenzio e non disturbate i manovratori!
Sharatan

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