giovedì 26 febbraio 2009

Osservare le trasformazioni


Il concetto di energia è lo stesso sia nella fisica che nella psicologia, infatti se la fisica dimostra che, in un sistema chiuso, l’energia misurabile e quantitativa, non si crea e non si distrugge, questo processo di conservazione dell’energia, vale anche per i processi psichici. Per questo, afferma Jung, l’energia tende a conservarsi infatti, l’energia o processo energetico è sempre presente in uno o più canali percettivi e, se essa viene fatta defluire dal conscio va ad arricchire l’inconscio e viceversa.

La coscienza è quindi un sistema energetico formato da diverse densità di energia in stato di flusso o movimento continuo, e quando l’energia fluisce liberamente si ha la sensazione di interezza e benessere, mentre quando l’energia si blocca, si provano delle forme di tensione che si manifestano in sintomi. Di solito, quando reagiamo a delle esperienze spiacevoli, blocchiamo il sentimento ed impediamo a buona parte della nostra energia vitale di fluire, mentre quando siamo felici, il flusso energetico appare risvegliato e vivificato, ed i vortici energetici che si sviluppano, sono radianti e brillanti come soli in miniatura.

Quando pensiamo all’energia, dovremmo sempre pensarla come ad un processo energetico scollegato da ogni definizione di qualitativa o di quantitativa, dovremmo invece pensarla come collegata all’accadere degli eventi e non collegata alle caratteristiche qualitative e quantitative degli eventi stessi: il processo energetico è una descrizione neutra degli eventi, per cui essa non deve opporsi al corso naturale delle cose.

La teoria più completa sui processi di coscienza è quella contenuta nel taoismo ed elaborata nel “Dao de jing” e ne “Yi Ching” due testi in cui sono contenuti i temi essenziali per la comprensione di quel pensiero. I taoisti furono formidabili scienziati dei processi dell’essere e del mondo, infatti osservavano i fenomeni, prendevano nota del loro sviluppo spontaneo e non li mettevano in questione, ne tanto meno cercavano di spiegarseli.

Nel taoismo il principio universale è il Tao o Dao che significa “strada o sentiero lungo il quale si muovono tutte le cose” ed il significato del termine “Dao de jing” è “la via dell’azione” o “il corso dell’azione” che rivela proprio la concetto di vita come il formarsi ai processi evolutivi delle cose, mentre il significato di “Yi Ching” è “cambiamento” perché jing indica la trama che viene ottenuta nell’orditura di un tessuto intrecciato al telaio. Il significato generale è quindi: il processo percepito in termini di cambiamenti che avvengono in una certa trama.

Il termine Dao viene dalla stessa radice di “saggio” “re” e “sacerdote” che sono termini con cui si indicavano dei capi carismatici ed autorevoli, per cui un significato generale del termine è “il seguire la natura come somma guida”. Il trigramma del Dao è indicato da tre linee trasversali che segnano il Cielo, la Terra e l’Uomo, tagliate da una linea trasversale che indica il modo con cui il Dao si manifesta, cioè prima nel Cielo, poi sulla Terra e infine nell’uomo. Il Dao indica il flusso degli eventi e l’influenza dei vari flussi energetici nei diversi canali percettivi, per cui l’uomo saggio è colui che si attiene con successo alle vie del Dao.

Il taoismo crede che il cambiamento e la crescita costanti siano il senso di una giusta vita, ma se essi vengono interrotti, sopraggiunge l’esito contrario, cioè la stagnazione e la caduta. Se regna il Dao, ci si adatta al corso delle cose, ai processi di natura, se vince l’opposto, allora insorge un atteggiamento tirannico, che vuole imporre con la forza, un corso predeterminato alle cose: l’opposto del saggio è colui che vuole regole rigide e predeterminate.

Secondo gli “Yi Ching” le due forze polari dell’universo, sono yin e yang ed il Dao, che è una via invisibile, mantiene l’equilibrio delle due forze, in modo che esse possano rigenerarsi continuamente e rimanere in stato di mutua tensione. Nell’evolversi del Dao, si creano il mondo ed i processi evolutivi dell’uomo, come equilibrio e stato di totalità umana che si orienta ai processi evolutivi dell’essere. Il saggio cerca di creare degli equilibri e delle armonie entro sé stesso; così modifica sé stesso in base ai cambiamenti, ed evolve usando la sua consapevolezza. Egli non crea l’equilibrio con la volontà, ma cerca piuttosto di sapere e seguire ciò che accade: il Dao è un flusso creativo.

Troppo spesso noi tendiamo a volere usare i nostri canali percettivi per analizzare e categorizzare i processi evolutivi del mondo, cioè sia gli eventi che i comportamenti umani. Per comprendere il Dao, avverte Lao Tse, bisogna avere una mente da principiante, ossia bisogna percepire e vedere le cose come sono realmente, perciò la mente deve essere mantenuta aperta. Gli eventi si sovrappongono sempre alle nostre concezioni e ai nostri vecchi canali, rendendo relativo quello che ci sembrava come assoluto.

Secondo il taoismo - si afferma nei “Yi Ching”- i processi di realtà, si suddividono in creativo e ricettivo, per cui la fase creativa energizza o crea le “immagini primordiali” cioè i canali del mondo, mentre la fase ricettiva imita o ripete gli impulsi originari di tali canali. Molte concezioni affermano l’alternarsi di fasi creative e di fasi ripetitive, in cui un’impulso crea e l’altro consolida quello che il primo ha creato, e anche normalmente, quando vogliamo analizzare una situazione, tendiamo ad un’amplificazione di ciò che non comprendiamo.

Quando cerchiamo di approcciare alla realtà, accade comunemente che vogliamo sentirci artefici e responsabili della realtà stessa, iniziamo a spingere per cercare di imporre il nostro modo di vedere e le nostre idee sulle persone e sulle cose. Quando poi le cose accadono, non concediamo loro il tempo di persistere e, ignorando di concedere il tempo alla persistenza, non sappiamo comprendere dalla realtà, quello che dobbiamo amplificare in noi e neppure come fare per amplificarlo. Così dimostriamo di non avere sufficiente spirito di osservazione e siamo troppo impazienti ed ansiosi, così che il nostro lavoro evolutivo si esaurisce e diviene erratico.

Quando il taoismo fornisce gli esagrammi de “Yi Ching” offre una mappa complessiva di eventi e schemi ricorrenti, così che possiamo esaminare correttamente la realtà e possiamo intuirne i modelli impliciti che sono alla base di essa: l’opera finale è, come nell’alchimia, la trasformazione. Possiamo divenire come dei taoisti illuminati se siamo talmente affascinati dalle vie del Dao, al punto da volerne indagare fino in fondo tutti i suoi misteri, oppure possiamo essere obbligati a farlo da una vita sufficientemente piena di problemi, di traumi o paure, tali da obbligare anche l’individuo più rigido e testardo a divenire flessibile e consapevole.

Buona erranza
Sharatan

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