martedì 21 luglio 2009

Figli di un dio minorato


La relatività della storia credo che appaia in modo evidente, soprattutto quando leggendo sui giornali quello che avviene nel mondo e guardandoci intorno, dobbiamo convenire che, in effetti, il mondo non è affatto come viene raccontato. La follia della condizione umana è forse come ci viene tramandata in una storia sufi.

Un giorno una strega arrivò nella capitale di un potente regno, gettò una pozione in un pozzo, recitò un potente mantra e sentenziò: “Chi beve l’acqua di questo pozzo diventerà pazzo!” e poi si dileguò misteriosamente. Gli abitanti rimasero sgomenti perché, nel regno vi erano solo due pozzi: uno quello della piazza, a cui attingevano tutti i cittadini e quello del giardino del palazzo reale, a cui attingeva solo il re ed il suo primo ministro. Al pozzo del re nessuno poteva attingere quindi, malgrado sapessero della maledizione, alla fine, tutti i sudditi furono costretti a bere e quindi divennero ben presto pazzi.

Una volta impazziti, si denudarono e iniziarono a correre, ridere e fare ogni sorta di stravaganza, pieni di gioia e di serenità. Ma siccome erano tutti pazzi, nessuno veniva a disturbare la loro follia. La cosa giunse alle orecchie del re e del primo ministro che seppero della maledizione della strega e della follia euforica dei loro sudditi. Entrambi ne furono profondamente rattristati e pensierosi, però dopo un po’ iniziarono a dubitare che fossero loro i soli pazzi, perché l’intera città era in preda all’euforia e alla beatitudine, e solo loro erano inquieti e preoccupati.

Anche i cittadini seppero ben presto che sia il re che il primo ministro erano diventati strani, e che la loro mente funzionava in modo malsano e subito, con il diffondersi della diceria, una folla minacciosa si radunò fuori dal palazzo reale e iniziò a rumoreggiare. Una delegazione di sudditi, chiese di essere condotta al cospetto del re e, siccome tutti erano impazziti compresa la stessa guardia reale, così furono portati al cospetto del re e del suo consigliere. A quel punto i sudditi fecero il loro ultimatum al re: “Maestà, o ritorni sano di mente, oppure ti deporremo dal trono. Noi tutti ci rifiutiamo di farci comandare da un re pazzo.” Poi lo fissarono minacciosi.

Il re furtivamente, sussurrò al suo ministro:”Che mi consigli di fare?” E questi, di rimando, rispose sottovoce: ”Prendete tempo maestà, mentre io corro al pozzo della città e mi procuro l’acqua che fa impazzire. Non abbiamo altra via in un mondo in cui tutti sono pazzi, e per sopravvivere è necessario che diventiamo pazzi anche noi.” Così avvenne e, una volta che ebbero bevuto, anche il re e il ministro impazzirono, si denudarono e corsero per le strade a gridare per la felicità e per la gioia. Allora l’intera città festeggiò il rinsavimento del suo sovrano.

Nei primi secoli del cristianesimo, vi furono molti eresiologi, ossia cacciatori di eresie, e tra quelli più accaniti vi fu Ireneo il vescovo di Lione, che scrisse intorno al 180 d.C. un testo in cui accusava gli gnostici di essere gli eretici più pericolosi. Ma cosa avevano mai affermato gli gnostici per essere considerati tanto pericolosi? Gli gnostici credevano che il mondo materiale non fosse stato creato da un Dio potente o onnisciente. E’ una divinità molto più bassa ed inferiore, spesso ignorante quella che ci ha originato dicevano; il mondo che ci circonda non è buono ma è un disastro cosmico e la salvezza va a colui che riesce a sfuggire da qui e dalle sue trappole materiali.

Per gli gnostici, il nostro mondo è il frutto di un eone decaduto dal regno divino, è il prodotto di entità divine degradate. Queste entità decadute crearono un mondo materiale in cui intrappolarono delle scintille divine che avevano catturate e rinchiuse in un involucro umano. Gli dei creatori del mondo inferiore fu il Dio dell’Antico Testamento, El, Yaldabaoth detto Nebro “il ribelle” e Saklas “lo stolto” che creò l'uomo a sua immagine e somiglianza. Perciò le divinità antiche, secondo gli gnostici furono un dio geloso e intollerante, un ribelle irriducibile ed un idiota.

Chiaramente non sono in grado di dire se avessero ragione i sufi quando affermavano che gli uomini si adeguano, per quieto vivere, alla follia del mondo, oppure se siamo veramente i figli di un dio minorato, secondo la teoria degli gnostici. Per il momento la differenza non mi sembra rilevante, se il risultato è per come ci appare.
Buona erranza
Sharatan

2 commenti:

3Wize ha detto...

Il male del mondo è iniziato quando è stato inventato (molto probabilmente dagli Arya) l'allevamento e lo sfruttamento degli umani da soma.
Gli umani da soma hanno precise caratteristiche:
- culto del dovere e del proprio sacrificio x il bene della nazione
- idea che Dio sia qualcosa di esterno all'essere umano, e incarnato nella nazione e nell'ordine sociale
- rispetto x le regole, a legge e la tradizione invece che per l'essere umano
- assenza di una coscienza etica/critica autonoma
- senso di piena realizzazione personale nello svolgimento di una funzione sociale

La stessa differenza che passa tra un cane e un lupo.
Il cane ha bisogno di un padrone.
Il cane crede, ubbidisce e combatte.

Le nazioni, le elite, le ARIstocrazie hanno coltivato per secoli questo tipo di umani e da molti secoli questo tipo di umani costituisce la maggioranza della popolazione, sulla terra.

La coscienza critica/autonoma costituisce una minoranza.
La magia che trasforma i cani dipendenti in lupi autonomi NON ESISTE.
Ma può esistere un modo ti rispettare l'infanzia che sollecita l'autonomia individuale invece che la dipendenza dall'esterno.

Sharatan ain al Rami ha detto...

La schiavitù dell'uomo inizia con la concezione che il bene e il male siano due cose separate.

Vedere la realtà come una lotta di bene e di male, e non vedere che buio e luce sono intrecciati e che vanno equilibrati ci porta a credere nell'obbedienza e nella "bontà" obbligata ai valori che tu descrivi.

L'autonomia del pensiero deve vedere il rispetto per l'individuo e la tolleranza che segue all'acquisizione della comprensione della natura umana.

Il potere usa le masse assoggettate e subordinate per perseguire i suoi scopi, perciò sapersi affrancare senza diventare un carnefice dei propri simili è il compito titanico dell'essere umano.

E' una strada lunga e difficile, ma non impossibile. La volontà di diventare qualcosa di migliore della massa inetta che descrivi senza perdere la fiducia nell'umanità è la strada in salita che va fatta.
Ad oggi dove siamo? Non lo so credimi 3Wize, veramente non lo so, perché potremmo facilmente disperare, ma io so che l'evoluzione è inesorabile. Arriveremo un domani ad essere migliori, credimi, intanto imparare a pensare con la propria testa mi sembra già una cosa stupenda.

Grazie delle tue parole che mi fanno pensare a molte cose. Il tuo contributo è molto denso, e molto utile. Ti ringrazio.
Un abbraccio