lunedì 31 agosto 2009

L’immortale albero Ashvatta


Secondo la filosofia indiana, la Natura Cosmica intrisa delle tre qualità (ascendente, discendente ed espansiva) dà vita all’etere vibratorio intelligente. L’etere dà vita all’intelligente energia vitale cosmica e ai vitatroni che, a loro volta, danno origine alle radiazioni cosmiche e agli elettroni, protoni ed atomi. Con la combinazione di certi atomi si ottiene l’acqua, quindi compaiono gli elementi gassosi che nascono dal legame tra l’acqua e l’energia, mentre dalle impurità presenti nell’acqua trae origine la terra. E’ così che ebbero origine l’etere, l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra, cioè i cinque Elementi Cosmici, dalle cui combinazioni nacquero tutti gli universi.

Lo Spirito e la Natura Cosmica materializzano l’Intelligenza, mentre le forze più sottili della forza vitale, più gli elettroni e gli atomi, materializzano i cinque Elementi Cosmici, da cui deriva la costituzione fisica dell’Universo mediante la quale essi vennero trasformati nell’Universo Macrocosmico e nel Microcosmo, cioè il corpo umano.

Il Macrocosmo è il corpo fisico di Dio, che sente attraverso l’etere, vede e opera attraverso la luce cosmica, respira attraverso l’aria cosmica o interplanetaria e che odora, gusta e tocca attraverso i cinque Elementi Cosmici originari: il corpo fisico umano è fatto con la stessa intelligenza e si comporta come un’onda elettromagnetica.

Gli yogi dell’India, afferma Yogananda, scoprirono che il corpo elettroatomico umano è fatto di sottilissimi vitatroni intelligenti, che sono condensazioni dei pensieri-troni di Dio, infatti la struttura dell’uomo e di tutta la creazione è il prodotto della Mente Divina, e il corpo umano è frutto della relatività del pensiero di Dio.

Nella Bhagavad Gita, il beato Sri Krishna dice a Arjuna: “Essi (i saggi) parlano dell’Immortale albero Ashvatta, con le radici in alto e i rami in basso. Le sue foglie sono gli inni vedici. Chiunque comprenda questo albero della vita Ashvatta conosce i Veda.” (15,1)

L’immagine dell’albero Ashvatta “quello che non dura fino a domani” rappresenta il transitorio corpo umano, in cui il tronco è la spina dorsale e le sue “radici in alto” sono i raggi di energia che emanano dal sahasrara, cioè dal “loto dai mille petali” sulla sommità del capo, che nutrono il cervello e il corpo umano tramite di esso. I “rami in basso” sono i dendriti del sistema nervoso umano con le sue numerose ramificazioni, e gli “inni vedici” sono le vibrazioni della coscienza sensoriale trasmesse al cervello tramite le afferenze sensoriali che vengono inviate al sistema nervoso.

Ciò che rende immortale l’umano Albero della vita è il sistema nervoso, la spina dorsale, e un cervello sufficientemente sviluppato e raffinato per realizzare Brahman. Per l’induismo la materia è una vibrazione di energia e nell’universo esistono multeplici forme di manifestazione energetica: le “radici” umane attingono la loro energia principalmente dal cosmo, ed attirano la forza vitale anche in risposta della coscienza di simpatia ed antipatia operante nel mondo.

L’energia mentale può essere paragonata all’elettricità perché come questa ha due poli, viaggia in correnti, agisce per induzione e possiede una natura vibratoria. L’energia mentale umana possiede energia radiante, cioè irradia energia attiva sotto forma di raggi, vibrazioni e onde, ed il cervello umano agisce come un accumulatore e trasmutatore dell’energia mentale universale, ossia converte questa energia in pensieri, desideri e volontà.

Siccome la mente non può agire direttamente sul corpo, deve necessariamente agire in modo diverso per cui, la volontà agisce sull’energia e poi l’energia agisce sul corpo, in un processo che è come una continua creazione cosmica. Come il flusso di energia universale dipende dalla Mente Divina, la forza del flusso vitale umano dipende dalla nostra forza mentale, secondo l’assioma di Yogananda: “Più forte la volontà, più forte il flusso di energia.” E’quindi evidente che la mente continuerà a controllare il corpo usando l’energia mentale, perciò il controllo dell’energia è il nucleo di tutte le dottrine yogiche, cioè costituisce il fulcro dell’azione perfetta che eleva la natura umana.

In ogni forma di energia mentale vi sono due poli che entrano in azione: un polo che agisce, sceglie e controlla, e un altro polo che prova le emozioni, i sentimenti e le passioni: il polo delle emozioni si manifesta nei desideri, e il polo del controllo e dell’azione si manifesta come volontà. Sono questi i due poli che vengono usati da coloro che usano delle forme di manipolazione mentale, perché sia la volontà che il desiderio possono essere potentemente condizionati, sia da noi stessi che da altri.

Ogni nostra azione viene generata da un forte desiderio, che ci spinge ad attuare determinati comportamenti. Il desiderio ha origine da parti inconscie dell’animo e spesso viene avvertito ancor prima che divenga cosciente, sotto forma di inquietudine e come sentimento di scontento: è soltanto quando prende forza che esso diventa cosciente. Sia che i nostri desideri siano orientati ai più infimi desideri come pure alle vette più elevate, comunque il meccanismo resta identico, perché è la forza del desiderio che attira o che respinge le cose verso di noi, e ciò avviene sia se ne siamo consapevoli, ma anche se non ne abbiamo la minima consapevolezza.

Il problema è che il desiderio esercita una forza molto dispersiva, mentre è la volontà che è in grado di operare delle trasformazioni durature nella nostra vita. E’ la volontà che rinforza i nostri desideri, ed è questa la chiave per aprire al potere dell’energia mentale, poiché l’energia mentale universale fluisce nelle menti particolari che ne possono usufruire, a condizione di saperle direzionare opportunamente. Tale forza può essere usata sia a fini benefici che malefici poiché possiede una polarità neutra tale da assecondare sia la natura positiva e quella negativa, ma un suo uso distorto, sarà la causa di una reazione negativa di ritorno di pari entità.

E’ il desiderio la radice di tutti i sentimenti e di tutte le azioni conscie ed inconscie della nostra vita, perché il pensiero razionale, che è freddo ed astratto, non possiede quella vitalità e quella energia propulsiva che è propria dei desideri e delle passioni. Ma può accadere che alcuni individui siano deboli anche nelle loro forme di manifestazione dei desideri, perché mancano di quella vigorìa e di quella determinazione che sono in grado di dar vita ai sogni; il desiderio che è disgiunto dalla volontà, è perciò condannato a rimanere un semplice capriccio egoistico, privo di ogni forma di determinazione.

La volontà determinata è l’origine di ogni successo perché, tanto più ferma e decisa è la volontà, tanto più forte sarà l’influenza mentale che un individuo saprà emanare: è la determinazione che permette di superare i pericoli e le difficoltà della vita e che ci permette di conseguire i nostri migliori successi. E’ l’energia mentale che si manifesta nell’equilibrio di desiderio e volontà, che impedisce che i desideri prendano il sopravvento sulla ragione, che ci protegge dalle fascinazioni mentali esterne, e che ci permette di resistere agli assalti mentali di coloro che vorrebbero soggiogarci alle loro forme di pensiero.

Buona erranza
Sharatan

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