martedì 16 febbraio 2010

La ricerca dell’Imperatore Giallo


Erano ormai 20 anni che Huang Di, l’Imperatore Giallo, regnava sulla Cina, ed era molto soddisfatto del suo operato: tutti i campi erano ben coltivati, le arti erano fiorenti, le frontiere erano pacificate, i suoi ministri erano saggi e onesti, e i suoi sudditi erano in convivenza pacifica. Malgrado tutto questo benessere, gli indovini del palazzo imperiale avevano come responso dei vaticini infausti che parlavano di guerre e di carestie, di rivolte e di disastri naturali.

L’Imperatore Giallo pensò che nulla ha persistenza, e che tutto è un alternarsi di pieno e di vuoto: nell’esistenza vi è il mutamento, nulla permane nel mondo perché la realtà è sempre fluttuante. Se questa era l’essenza della natura, lui doveva correre ai ripari e cercare un sistema per mantenere l’equilibrio, e per mettere riparo alla sventura perché governare è sempre una lotta. Huang Di si sentiva pervaso da un’enorme stanchezza, come se si fossero dissolte tutte le sue energie vitali. Pensò allora che doveva cercare il suo Tao perché il detto antico afferma che il regno rispecchia la forma del suo sovrano: era il momento di agire.

Gli dissero che tra le montagne di Xiangdong vi era un rinomato saggio, detto il Maestro nascosto, perciò l’imperatore interrogò gli agenti del suo servizio segreto chiamati “Gli occhi e le orecchie della Faccia del Drago” e gli chiese notizia del saggio, ma nessuno seppe dire nulla: l’imperatore mise alla ricerca del saggio tutto il servizio segreto, e dopo qualche mese riuscì a trovare la grotta del Maestro nascosto. Quando Huang Di fu alla caverna, il saggio lo accolse seduto su di una stuoia, con una teiera fumante e due tazze vuote: “Vi stavo aspettando per il te. Sedetevi pure e prendete la bevanda.”

Huang Di s’inchinò, prese la tazza e poi chiese al saggio: “Ditemi, qual’è il cammino del Tao?” Il Maestro nascosto finì di sorbire il suo te lentamente, poi girò la sua tazza verso l’Imperatore Giallo e gliela mostrò dicendo: “La ciotola vuota è utile perché può contenere: il Tao è ineffabile ed invisibile. Nessuno può sentirlo o vederlo ma, se farete vuoto nel vostro spirito esso vi sorgerà dal cuore, sgorgando come da una sorgente. Meditate lontano dai rumori del mondo, mettere a tacere tutti i vostri pensieri, e il soffio primordiale risorgerà in voi ridonandovi tutte le energie vitali.”

Huang Di, l’Imperatore Giallo tornò a palazzo sapendo cosa fare, perciò delegò i suoi poteri al Primo Ministro e ordinò di non essere mai disturbato, quindi si ritirò in un padiglione al centro dei giardini imperiali. Rimase in meditazione profonda per 3 mesi, ed ottenne una piena illuminazione assaporando il grande risveglio: si sentiva rigenerato dopo aver assorbito l’energia della Madre del Mondo. Uscì dal suo ritiro ritemprato ma trovò il palazzo in preda alla più grande agitazione: ormai l’impero era sull’orlo della rovina.

L’imperatore era perplesso perché aveva fatto come il saggio aveva prescritto: un’intensa meditazione e la cura del soffio, si era abbeverato alla fonte del Tao ma non era servito a nulla … il regno non ne aveva tratto vantaggio e tutto era precipitato. Che avesse fatto qualche errore che non compariva? In cosa aveva mancato? Decise di tornare dal saggio per chiedere spiegazioni e per avere nuovi consigli. Quando ebbe manifestato tutti i dubbi e avere dimostrato tutta la sua desolazione, Huang Di restò in silenzio ed aspettò il responso.

Il saggio lo guardò e gli sorrise: “Oltrepassare la soglia non equivale a raggiungerla. Se prima eravate immerso nel governo dell’impero e vi siete dimenticato di voi stesso, oggi avete fatto l’opposto e il perfetto contrario. Il Tao di un sovrano prescrive di saper vegliare su se stesso, ma anche il saper vegliare sulla cura dei propri sudditi: è la Via di Mezzo che unisce il Cielo e la Terra.” Queste furono le parole del Maestro nascosto che dicono fosse il Supremo Lao-tseu in una precedente incarnazione.

Fu così che Huang Di, l’Imperatore Giallo scoprì il sottile equilibrio che gli indicava il saggio, e la sua armonia interna vivificò il Celeste Impero. Il regno di Huang Di fu molto lungo ed operoso, l’imperatore viaggiò spesso per l’impero per considerare di persona le condizioni dei suoi sudditi, egli contemplò le meravigliose opere che furono edificate, sorvegliò affinchè tutto fosse fiorente e prosperoso: dopo molti anni decise di nominare un successore quindi radunò la sua Corte e prese commiato da loro.

Davanti a tutti Huang Di levò una coppa dove conservava la Perla del Drago, che aveva lungamente preparato nel crogiolo delle sue meditazioni, e fu così che ingoiò la pillola dell’immortalità: improvvisamente le porte del palazzo si spalancarono, e un drago dalle scaglie lucenti entrò sbuffando dalle narici fiamme e fuoco. Il Dragone Celeste s’infilò sotto il trono dell’imperatore e lo prese sul dorso, spiccando il volo con l’Imperatore Giallo e diretto al Cielo. Si narra che l’imperatrice e le concubine imperiali furono veloci ad aggrapparsi ai baffi e alla coda del dragone celeste, e così tutti raggiunsero il Palazzo di Giada, che è il soggiorno degli Immortali dove ci sono gioie e delizie infinite: si dice che Huang Di fu felice di offrire alle sue donne le Pesche Celesti capaci di donare l’eterna gioventù.

Buona erranza
Sharatan

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