lunedì 31 maggio 2010

Il pittore del bambù


Si narra che un discepolo andò da un Maestro Zen, e gli chiese come poter dipingere meravigliosamente il bambù. Il discepolo era un pittore esperto e aveva ricevuto molti riconoscimenti e molti onori, la sua pratica della pittura era molto avanzata, ma lui voleva dipingere un quadro che fosse veramente superbo per onorare la sua arte. Il Maestro Zen lo guardò e gli sorrise, poi disse: “Se vuoi dipingere perfettamente, vai nella foresta dei bambù, e vivi con loro. Come puoi raffigurare ciò che non conosci? Solo quando conoscerai il bambù, solo allora, tu potrai dipingerlo perfettamente. Oggi lo raffigureresti dall’esterno ma, se lo conoscerai bene, ne saprai cogliere tutta l’essenza.”

Il discepolo si recò nella foresta dei bambù e visse meditando per tre anni, così meditò nel trascorrere delle stagioni, e osservò il bambù in tutti i suoi comportamenti, poiché il bambù si comporta diversamente a seconda delle condizioni del tempo e a seconda delle circostanze, infatti il bambù ha i suoi umori. Il bambù fa un rumore quando viene scosso dal vento, mentre fa un rumore diverso quando viene colpito dalla pioggia: l‘umore del bambù diventa gioioso se viene riscaldato dal sole, mentre diventa sospiroso se viene calpestato dal cuculo che si posa sul suo fusto.

Vivendo in mezzo al bambù, e meditando profondamente, il pittore lo imparò a conoscere come s’imparano a conoscere le persone: lo osservò nei momenti di dolore e di gioia, e lo conobbe nelle salite d’estasi gioiosa, così come nei dolori della tormenta. Il discepolo continuava a vivere nel bosco del bambù finché, un giorno, mentre era seduto in meditazione lui si dimenticò di tutto e, mentre si alzava il vento facendo ondeggiare la foresta, anche lui prese ad ondeggiare lentamente come uno stelo di bambù, facendosi portare dolcemente dal ritmo del vento.

E in quell’istante, quello che non era accaduto fino a quel momento, in un solo istante, tutto quanto avvenne! Il discepolo si dimenticò di sé e si fece catturare interamente dal bambù e, ondeggiando divenne della sua natura, e rimase a lungo ad ondeggiare beatamente. Fu solo più tardi, quando il vento si fu calmato e la foresta restò immersa nel profondo silenzio e nell‘immobilità, fu solo allora che si ricordò di essere stato rapito dall’anima della pianta, e di essersi inebriato della sua essenza.

Fu solo dopo quel fatto che, il discepolo amante della pittura, poté fare il dipinto perfetto del bambù, e quando il quadro fu ultimato tutti ne erano incantati perché nel dipinto vi era l‘anima del bambù unita ai suoi veri sentimenti, narrati con il senso del trascorrere delle stagioni: nel dipinto era magistralmente raffigurata la conoscenza totale e la più profonda essenza dell’anima del bambù.

Buona erranza
Sharatan

Nessun commento: