sabato 19 giugno 2010

Nella memoria evolutiva …


“Io sono tu, e tu sei io,
e in tutte le cose io sono dispersa.
E ovunque tu vuoi, tu mi raccogli;
ma raccogliendomi,tu raccogli te stesso.”

(Vangelo gnostico di Eva,
cit. in: Epifanio di Salamina “Panarion haeresion“, 26,3)



Se sappiamo acquietare la mente e abbandonare ogni resistenza a vedere e capire, noi permettiamo alle risposte di giungere alla nostra consapevolezza, poiché noi siamo il perno di noi stessi e possiamo acquisire il “centro di gravità” di cui diceva Gurdjieff. Per facilitare tale concezione dobbiamo anche credere che non siamo degli esseri fatti di carne alla ricerca dello spirito, ma di essere costituiti come Esseri di Luce divina che sperimentano l’esistenza materiale.

Ma, a questo punto, avviene la selezione del livello evolutivo a cui siamo pervenuti, infatti per riconoscere questa verità dobbiamo sentire che essa è vera, poiché nessun vantaggio si ottiene se ci proclamiamo spirituali solo nell’apparenza senza che la spiritualità esprima una nostra reale sostanza, cioè un’essenza dotata di passione e di cuore. Si dice che l’anima abbia compiuto molte corse, nelle dimensioni spazio temporali di mondi e universi diversi, perciò viviamo sicuramente molte vite.

Poiché noi andiamo e torniamo più e più volte, appare evidente il vantaggio del “memento,” che è libretto d‘istruzioni che ci viene allegato quando nasciamo, e che dobbiamo usare per poter più facilmente ricordare chi siamo, e cosa siamo chiamati a fare in questo corso esistenziale: questa è l’acutezza consapevole con cui impariamo a riconoscere il percorso migliore per la nostra esistenza ed è anche il sublime segreto della vita. Questa è la chiave con cui noi apriamo lo scrigno contenente il segreto: ecco l’elisir d‘oro!

Infatti abbiamo un libretto che è il promemoria di noi stessi, un riepilogo di ciò che serve sapere ma, per non perderlo, siccome nasciamo nudi, ce lo incidono all’interno affinché sia al sicuro nel segreto, e perché sia conosciuto solo da noi stessi che dobbiamo realizzare lo scopo. Per dissodare il terreno del nostro sentiero dobbiamo sapere, e avvicinarci alla verità con la disponibilità interna a darci torto, poiché crediamo fermamente nel lavoro che possiamo fare con coraggio.

Quando nella ricerca della verità più profonda siamo disposti a darci torto, perciò a rinnegare la mente, si attua la dimostrazione che sappiamo usare e percorrere la via del cuore per non rinnegarci a noi stessi. E questa via di coraggio impone tutto il rispetto, poiché va onorato sempre con rispetto chi si affaccia a contemplare tali verità spirituali tanto profonde.

Quando abbiamo il livello di coraggio di voler leggere nei nostri tatuaggi si dissodano terreni duri e impervi, e sono sempre dei sentieri faticosi: è questa fatica e ostinazione, è questa audacia coraggiosa che merita l’onore del nostro rispetto. Così iniziamo rispettando noi stessi come esseri di luce in costante evoluzione, e il rispetto che offriamo a noi, riesce a trasmutare i nostri successi e anche i nostri fallimenti, perché ci amiamo nei nostri pregi e nei difetti, perché stiamo imparando lungo le strade del vivere.

E il rispetto che sappiamo darci lo sappiamo allargare ai grandi accadimenti, ma anche ai piccoli fatti quotidiani, e lo trasmettiamo agli altri: è tutto questo ci rende adatti a progredire perché eleva la nostra sensibilità ad un livello di raffinatezza maggiore. Ciò che s‘impara con la compassione rivolta a noi stessi è una sensibilità spirituale maggiore che ci offre la capacità di scoprire il sacro che si manifesta intorno a noi: essa apre gli occhi dello spirito.

Se sappiamo percepire la sacralità della manifestazione otteniamo un dono talmente grande da lasciare senza fiato. Pazientiamo nel fare questo percorso poiché non possiamo ultimare un lavoro se esso non viene mai avviato, perciò facciamolo costantemente e pazientiamo continuamente nell’apprendimento di esso, considerata la grandezza dei vantaggi che ci offre immediatamente.

Essere fiduciosi, umili e modesti è il vuoto disposto a contenere, perciò è opportuna una centratura che abbia la freschezza e la semplicità dell’anima dei bimbi, infatti la spontaneità è recettività piena a contenere il Tutto. Se restiamo così centrati, allora accettiamo anche di poter avere torto su di noi, e osiamo rimettere tutto in gioco. E’ con questa mentalità aperta che sappiamo conquistare l’audacia e il coraggio necessari per leggere la verità tatuata all‘interno: è questo il coraggio di fissare il volto che avevamo prima della nascita.

E’ solo la mente quella che vuole la ragione, è lei che si duole quando viene colta in torto, è lei che valuta con il metro dell’orgoglio, mentre il cuore è quello che sa guardare con gli occhi della compassione superiore, che non è falsa pietà di colui che si sente superiore, ma è l'amore incondizionato per ciò che siamo nell‘essenza: è la presunzione egoica del mentale che ci blocca nelle pre-concezioni che occludono lo sguardo dello spirito sull'essere divino che noi siamo.

Abbiamo paura perché, potrebbe avvenire che la verità che crediamo di conoscere su di noi non sia affatto tale, ma conoscerci può rivelare degli aspetti sconosciuti ancor più belli di noi, e talmente maestosi da farci ripensare l’intero senso della nostra vita. E‘ evidente che queste verità sono vere solo se le reputiamo come tali, e non se gli altri ce le inoculano forzatamente nel cervello, infatti solo le verità interiori radicalizzate solidamente sanno divenire delle vere e profonde realtà di vita.

Dicono che la conoscenza delle vite passate sia ingannevole per basarci su di essa per fare scelte, e io sono d’accordo poiché, facendo un consuntivo in giro per il mondo conosceremmo delle decine di Giulio Cesare, delle centinaia di Cleopatra, una dozzina di Alessandro Magno, e una tale accozzaglia di strani personaggi da riempire mille bestiari umani, se non fosse che i folli si disperdono nel mondo diradando il bestiario, e manifestano la qualità della mente umana quando viene deviata dal suo giusto corso.

Per una prospettiva di tal genere appare evidente, come avere la presunzione di agire correttamente con la visione del massimo livello dell’esistenza, cioè con il corollario delle vite passate, sia un'eccessiva e presuntuosa prospettiva. Allora pensiamo piuttosto che, se una storia personale non si ricostruisce a partire dalle mille vite che abbiamo vissute, dobbiamo divenire modestamente adeguati a vivere consapevolmente e al meglio, almeno il tempo presente che è quello su cui abbiamo arbitrio.

Per questo motivo ci vengono fornite le istruzioni per l’uso costituite dai nostri talenti, ci lasciano un ricordo nelle cose che sappiamo fare meglio, e allegano in noi un condensato della nostra migliore essenza che è poi anche il senso della missione che siamo chiamati a compiere nella vita, è la mappa del percorso da fare con la carrozza. Quando il tempo degli esami è limitato si usano i riassunti, cioè delle essenze concentrate di conoscenza, come elisir di senso ed essenza di conoscenza per trarci d'impaccio.

E’ questo il tipo di sigillo che è inciso nel nostro cuore, ed è situato nel luogo in cui nulla andrà mai perso perché il cuore ha un sistema che riesce a ricordare, come insegna l’iniziazione sciamanica, per cui la vera via possiede sempre cuore e intento, perciò testa e cuore in armoniosa sintesi. Quando meditiamo nel cuore noi facciamo la discesa ma, contemporaneamente, facciamo anche l’ascesa dello spirito elevandoci al cielo. Quando siamo al centro dei due movimenti, quando siamo situati tra Cielo e Terra noi restiamo nel posto da cui contempliamo facilmente le nostre vere capacità interiori, e le nostre migliori qualità: è qui che diventiamo Uomini veri!

Dalla contemplazione delle grandi cose così come si rivelano nell‘esistenza, noi sviluppiamo una maggiore raffinata sensibilità, e un’acuta percezione consapevole che ci mostra la nostra verità interna, ma è solo quando discriminiamo ciò che è falso da ciò che è vero, che siamo aiutati sia dal Cielo che dalla Terra, infatti conquistiamo sia l’intelligenza intuitiva che la più profonda coscienza. E’ l’intelligenza intuitiva che si eleva al cielo mentre la coscienza profonda s'immerge nel pensiero abissale del nostro profondo: è nel centro perfetto che abbiamo l’orizzonte di contemplazione del nostro paesaggio interno.

E’ con questa visione di orizzonte interiore che avviene il totale compimento, così abbiamo il riconoscimento di chi siamo e di cosa vogliamo, e lo facciamo valorizzando le nostre personali qualità, così impariamo a usare i talenti di cui siamo forniti. Sono questi i veri Tesori che racchiudiamo nel nostro cuore. Spingendo lo sguardo all‘orizzonte interno si ridesta lo spirito dormiente che siamo, e ritroviamo l’elisir che manifesta l’essenza e il senso della nostra vita, poiché esso è la manifestazione di ciò che più ci piace.

Buona erranza
Sharatan


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