lunedì 13 settembre 2010

Finzioni


“Per vedere la luce bisogna avere la luce negli occhi”

(Platone)


L’uomo è un organismo che ha potuto dominare il mondo poiché è stato dotato della capacità dell’adattamento infatti, quando le condizioni del pianeta furono dure ed impraticabili per altre forme viventi, queste non riuscirono a far fronte ai cambiamenti della terra, perciò furono condannate a soccombere mentre l‘uomo riuscì a sopravvivere. L’uomo riesce ad adattarsi in quanto, usa il suo ingegno per piegare l’ambiente alle sue necessità, e in questo utile comportamento adattivo all’ambiente ha superato anche degli organismi molto più potenti e grandi di lui.

Ancora oggi, nel comportamento umano resta questa grande capacità di adattarsi alle condizioni in cui vive, e la personalità che noi sviluppiamo fa parte del comportamento adattivo. In ogni momento della nostra vita facciamo nuovamente la scelta atavica che ci ha permesso di sopravvivere sulla terra sebbene non fossimo gli animali più forti, ma certamente ci siamo dimostrati i più opportuni poiché più intelligenti, cioè in grado di prevedere ciò che era più conveniente per la nostra collettività.

E’ questo il motivo per cui sopravvive in noi la gregarietà infatti, nell’animo umano, vive il desiderio dei suoi simili perciò si sente il richiamo del calore del gregge, che è il più potente e il più antico di tutti gli istinti. L’essere umano è consapevole che la sua sopravvivenza è il frutto della collaborazione di tutta la famiglia umana, e che uniti in gruppo si vince più facilmente che combattendo da soli. Il prezzo che noi paghiamo al conforto collettivo, il pedaggio dovuto per avere la sicurezza nel mondo è il sacrificio della nostra individualità, infatti se non vogliamo essere esclusi dobbiamo rinnegare la nostra particolarità.

La società umana mantiene la sua promessa di sicurezze interiori richiedendoci in cambio degli adattamenti e delle limitazioni ai nostri istinti naturali, essa ci addomestica a regole e comportamenti che strutturano la nostra intima personalità. Cosa sia una personalità è difficile capire se, nella psicologia, il termine ha assunto fino a 50 significati diversi, sebbene il concetto indichi l’unità integrativa dell’umano con tutte le caratteristiche permanenti che ne accentuano le differenze costitutive, che sono rappresentate dall’intelligenza, dal carattere, dal temperamento e dalla struttura fisica: questa struttura dinamica di caratteristiche offre l’immagine di noi.

Le nostre caratteristiche sono plasmate dalla famiglia, dalla scuola e dalla società tramite le concezioni di ciò che è giusto, di ciò che possiamo concepire, e di quali possibilità abbiamo di vincere sul palcoscenico del mondo, noi possiamo facilmente capire come all’uomo siano fornite solo le condizioni di base affinché egli possa divenire un individuo funzionale alle istituzioni sociali, infatti più che educati noi siamo normalizzati per stare al mondo.

Questa prospettiva è affermata dalla psicologia sociale americana secondo la quale la strutturazione della personalità di base è funzionale alla prevedibilità della natura di certe istituzionali sociali perciò, in definitiva, alla previsione dei nostri futuri comportamenti. E’ chiaro come l’uomo venga addestrato in modo che i suoi sentimenti, le sue reazioni, e i suoi stessi sogni siano controllati dal sogno, o dal gioco cosmico del mondo.

Nell’antichità greca gli attori teatrali indossavano delle maschere che rappresentavano il carattere, la parte e il personaggio che l’attore doveva rappresentare, perciò indossavano una immagine triste o sorridente sul volto in modo da far capire che stavano mettendo in scena una personalità da tragedia o da commedia: i romani chiamavano queste maschere “persona.” Da questo antico espediente scenico deriva la concezione della "personalità" anche come uno stato o una condizione interna, la personalità è anche assumere una parte o rappresentare una fazione o una componente politica: tutti questi significati sono fusi nello stesso termine.

La nostra personalità è l’abito che indossiamo quando entriamo in relazione con il mondo, e il condizionamento dovuto alla nostra educazione è talmente profondo che diventa tutto noi stessi, e così anche noi impariamo a indossare le maschere dei teatri antichi. Noi viviamo diventando un tutt’uno con la nostra maschera sociale, noi proviamo solo i sentimenti che ci hanno abituato a sentire, noi vediamo con gli occhi che non arrivano neppure ai limiti delle diottrie fisiche, e difendiamo tutti questi limiti poiché sono opportuni, accettabili e consentiti dal mondo.

Noi abitiamo con i fantasmi delle aspirazioni altrui, noi proviamo il consenso solo per ciò che la società definisce come adeguato, infatti il mondo esterno entra nelle nostre più profonde strutture e abbatte le foreste e i boschi che vivono in noi, così vengono prosciugate le paludi e i fiumi interni, perciò vengono uccisi tutti i sogni che ci abitano, e si spegne il nostro sole interno. E’ così che il mondo entra a plasmare la parte più istintiva che abita in noi per consegnarci, in cambio, solo delle finzioni che ci fanno diventare degli esseri artificiali che abiurano al loro istinto.

Il mondo ci afferra usando le nostre più antiche paure, che sono quelle stesse che ci hanno spinto alla ricerca del calore del gregge umano, infatti l’uomo ha sempre bisogno di sapere quello che gli riserverà il futuro avendo paura dell’energie nuove che potrebbero sopraggiungere, egli le vive come delle onde enormi e potenti che suscitano panico e orrore dell‘annegamento. L’uomo ha poca pazienza, e non riesce a restare sereno, egli non sa governare le ondate emozionali per restare calmo nell’affrontare l’attesa dell’evoluzione futura.

Molti non vogliono cambiare per paura di ciò che può avvenire e, in questa chiusura limitano la portata delle evoluzioni che potrebbero sperimentare se fossero maggiormente liberi da non farsi condizionare da ciò che possono concepire di poter fare, o non fare nel loro futuro. Molti non hanno neppure la forza di sostenere con ferma determinazione l’obiettivo finale, perciò le loro intenzioni sono spuntate, e non hanno l'energia di plasmare la realtà materiale del mondo, infatti essi dicono ma non agiscono all’esterno facendo azioni concrete.

Troppi hanno sfiducia nella bellezza e nella bontà della Fonte che ci dona forza e vita, poiché non credono di essere una divinità in panni carnali, infatti essi vivono accecati dalla realtà duale del mondo, e non sanno pervenire alla saggezza che il miglior sostentamento è nell’interno dell’anima nostra quando essa gode di pace, e di forza interiore. Gli uomini hanno paura di restare soli ad affrontare i drammi del mondo, infatti essi temono di essere esclusi, e di restare indifesi davanti alla freddezza del mondo.

Molti vivono ignorando che il mondo ci istruisce con delle concezioni insulse e artificiali che servono solo a limitare la nostra affermazione personale, perciò noi veniamo limitati nella gioia di vivere. Se riconosciamo l’inganno del mondo vedremo che esso ci ruba i nostri sogni migliori e, in cambio, restituisce una truffa poiché ci dona solo dei simulacri che crediamo essere la vera vita, ma queste sono soltanto finzioni.

Buona erranza
Sharatan


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