sabato 16 ottobre 2010

Il raffinamento dei tre poteri


"Tieni presente che qui il lavoro non è fine a se stesso,
ma è solo un mezzo."

(Georges Ivanovic Gurdjeff)

Secondo Gurdjeff, ogni animale lavora in base alla sua struttura, e in base alla sua costituzione, perciò ognuno evolve in base alla sua natura. Tra coloro che lavorano al loro raffinamento e alla loro evoluzione, non tutti riescono allo stesso modo, poiché la differenza tra le persone non è sulla quantità ma sulla qualità del lavoro che essa compie. Ad esempio, un verme lavora al livello di un animale con reazioni meccaniche, per cui da un verme non possiamo aspettarci altro che questo, poiché ha solo un cervello di tipo meccanico.

Vi sono animali che vivono e che reagiscono solo agli stimoli delle emozioni, poiché questa è la loro natura, in base alla quale si vive facendo una reazione agli stimoli che attivano emozioni. Vi sono anche animali che reagiscono in base alle stimolazioni intellettive, e non possiamo farci nulla, perché questi animali hanno solo due cervelli: la qualità del nostro lavoro dipende dal tipo di cervello che la sovraintende.

Secondo Gurdjeff esistono animali con un solo cervello, altri con due, ma solo l’uomo è dotato di tre cervelli, per questo all’uomo che vuole raffinare se stesso si richiede un lavoro intenso e faticoso, e al limite delle sue capacità. Il lavoro umano ha valore solo se l’uomo possiede l’audacia di spingersi fino a tali limiti della sua natura strutturale, poiché le capacità umane possono avere il supporto del pensiero e del sentimento, cioè di prerogative che non sono presenti in alcuna altra specie animale.

Nel lavoro umano vi è la necessità di attivare un funzionamento che vede in azione tutti e tre i tipi di cervello, infatti dobbiamo avere sia delle reazioni meccaniche, che delle reazioni emotive, ma dobbiamo avere anche il vantaggio di una discriminazione mentale della realtà. Effettivamente è una concezione assai facile da comprendere, ma è assai più difficile da applicare a livello integrato tramite i nostri tre centri percettivi: tutto ciò è normale.

Se accettiamo questo tipo di struttura della natura umana possiamo comprendere perché nel mondo vi sono degli esseri che non hanno il livello umano, infatti questi non funzionano con tutti e tre i cervelli umani. E’ assai difficile lavorare da uomini, avverte Gurdjeff, però esiste la possibilità d’imparare a farlo, perché “chi lavora in modo corretto lavora anche meglio.” Colui che lavora da uomo vive con la partecipazione del sentimento e del pensiero in tutto ciò che fa, infatti quello che noi facciamo oggi non è uguale a quello che facevamo ieri, in quanto nulla è mai uguale a se stesso nell’essere umano.

L’uomo ha tre tipi di potere, ognuno con la sua natura indipendente, ognuno con le sue leggi, e ognuno con la sua costituzione: ma tutti e tre i poteri hanno la medesima origine. Il primo potere è quello fisico, in cui la qualità e la quantità della performance sono dipendenti dalla struttura della macchina umana. Il secondo è il potere psichico, in cui è inserita la funzione della volontà umana, e che dipende dal centro intellettivo umano, e dalla qualità e dalla ricchezza di materiale che vi è contenuto.

Il terzo potere è quello morale che si acquisisce tramite l’educazione ricevuta, e dall’impronta dei caratteri ereditari che possediamo, e che provengono dalla nostra eredità atavica. Il potere fisico e quello psichico si formano con facilità, e altrettanto facilmente possono essere modificati se lo vogliamo, invece il potere morale si “modifica con molta fatica", perché la sua formazione è più lunga: essa viene consolidata nel tempo e con il tempo.

Se l’uomo è dotato di media intelligenza e di una volontà appena seria, egli può modificare le sue opinioni mentali, e perciò mutare anche i suoi atteggiamenti mentali ed esteriori ma, per il cambiamento della nostra natura morale è necessario un lavoro più intenso e prolungato. I tre poteri umani sono tutti materiali, e si reggono su delle leggi secondo le quali, i poteri sono direttamente proporzionali alla loro qualità, e alla quantità che li producono. Tutto dipende sempre dai materiali e dei dati di cui si dispone.

Sia per l’aspetto fisico che per quello psichico si può ricevere delle influenze, e un certo numero di concezioni e di sentimenti per cui si può cambiare nel corso del tempo facendo un esercizio di accrescimento consapevole, perciò ci discipliniamo nel corso della nostra vita. E’ per questo che si dice che il potere fisico e il potere psichico sono relativi, in quanto l’uomo può cambiare se lo desidera, e può fare un accumulo di energie e di risorse che dedica al potenziamento di queste facoltà.

Diciamo, afferma Gurdjeff, che il produttore di energia non può cambiare ma, pur permanendo identico, esso può aumentare il suo rendimento sia fisico che intellettivo. Con le dovute differenze, è vero che tutti e tre i poteri possono essere modificati tramite il risparmio e la spesa oculata delle nostre risorse: se impariamo questi principi e questi criteri già abbiamo fatto un bel guadagno. Se impariamo a lavorare come uomini ci rifiutiamo di reagire in modo dissociato ed esclusivo di uno solo dei nostri cervelli, noi diventiamo i padroni di tutte e tre i tipi di reazione.

La realtà può intervenire in noi, ed è fatale che accada, ma noi possiamo fare in modo che la nostra reazione non dilaghi come un’inondazione, perché così vi è una parte che fa la padrona sulle altre due. Dobbiamo sapere che tutto ciò che ci tocca, lo fa senza che noi ne siamo consapevoli, perché il tipo di reazione umana è sempre attivata automaticamente: in questo aspetto noi siamo come degli automi, poiché reagiamo automaticamente. Tutto ciò che ci colpisce nella vita lo fa con il nostro consenso, anche se esso si esercita inconsapevolmente.

Tutto ciò che ci tocca lo compie poiché ci colpisce in base a noi stessi, e questa è una relazione di tipo meccanico dovuto al magnetismo della natura umana. Le cose non dovrebbero avere il potere di toccarci tanto profondamente, poiché esse non hanno fondamento reale, ma sono prodotte dal riflesso dei nostri fantasmi mentali interiori: questo è un tipo di esercizio con cui si rafforza il potere morale e il senso di sé dell’essere umano.

Il principio del lavoro umano è che dobbiamo fare lavorare una sola delle nostre componenti alla volta, senza mettere in gioco anche le parti che non sono coinvolte nel contesto su cui stiamo agendo, poiché le altre parti ne verrebbero risucchiate e saremmo coinvolti integralmente. Il pericolo è che, nella macchina umana non si riesce a restare imparziali, così da ragionare con calma e con oggettività, senza sentirsi punti sempre nella carne viva dei nostri difetti.

E’ possibile liberarsi da queste tendenze facendo uno sforzo, poiché è solo così che le conversazioni che incontriamo, nel corso della vita, possano essere costruttive e fruttuose: se non impariamo dagli interlocutori che incontriamo sarà come se avessimo versato “il vuoto nel nulla” di un vivere insensato e sterile. Ogni uomo possiede un suo repertorio di stati interiori che è assai limitato ed abituale che gli fornisce una conoscenza meccanica però, per delle conoscenze nuove sono necessari degli atteggiamenti nuovi.

Ognuno comprende usando un atteggiamento interiore di questo tipo, perciò ripete tutto come se fosse un pappagallo, e questo accade perché il lui funziona un solo centro cioè la mente, il sentimento o l’aspetto morale, ma essi non sono integrati nel loro funzionamento, poiché dei centri va garantito un funzionamento autonomo e maturo, ed è solo così che sappiamo partecipare integralmente. Gli uomini devono imparare un nuovo modo di ascoltare che metta in gioco tutti i nostri cervelli, e non ci dobbiamo accontentare di una semi-comprensione della realtà.

Per quanto riguarda il sentimento morale esso è assente nelle persone che sanno comportarsi come gli hanno insegnato a fare, e come il timore di una sanzione li costringe ad agire: nel nostro senso morale noi restiamo a lungo degli schiavi, ed è questa l’ultima elevazione che facciamo nella nostra struttura. Il sentimento morale nasce in noi sulla base dell’esperienza personale, sulla base delle qualità interiori, sulla scorta delle osservazioni personali e sulla natura dell’interiore sentimento di giustizia, su tutto ciò noi fondiamo una morale che orienta la direzione della nostra vita.

Se il sentimento morale dell’uomo comune è automatico e passivo, nell’uomo integrato esso non viene mai imposto dagli atteggiamenti che vede negli altri, in lui la morale è indipendente dal condizionamento esterno, in quanto si nutre del saldo sentimento e della nostra interiorità più profonda. Nella vita dobbiamo avere una morale basata su solide leggi interiori e su salde convinzioni da cui possiamo sempre trarre le risorse per evolvere, poiché esse rappresentano il nostro "spirito” più elevato.

Buona erranza
Sharatan

Nessun commento: