giovedì 17 marzo 2011

Apprendisti nella lavorazione della materia


“Simili ai dissidi degli amanti sono le dissonanze del mondo,
conciliazione è entro la discordia stessa
e tutto ciò che è separato si ricongiunge.
Partono dal cuore e ritornano al cuore le vene
e tutto è un’unica, eterna, ardente vita. ”

(Friedrich Holderlin - Hyperion)


Se siamo infelici perché non sappiamo vincere i nostri difetti è perché la nostra intelligenza non sa valutare la questione con la giusta prospettiva, infatti dovremmo essere felici di sapere di quanta forza e di quanta energia disponiamo. Non dobbiamo sentirci deboli di fronte ai nostri difetti, non dobbiamo sentirci sconfitti dai nostri vizi, ma dobbiamo riflettere sul fatto che i nostri difetti sono dovuti alla potenza del nostro pensiero. Ogni pensiero giunge in modo passeggero e dovrebbe volare via, ma noi lo catturiamo e lo nutriamo fino a quando la sua potenza diventa enorme e ne siamo sopraffatti.

La potenza delle imperfezioni somiglia ai figli ribelli che si rivoltano ai genitori, infatti plasmiamo il pensiero e il desiderio fino a renderli invincibili. Il fatto di sapere che siamo noi i loro creatori dovrebbe renderci consapevoli del grande potere che possiamo esercitare sulle nostre carenze, sebbene sia difficile che qualcuno riesca ad usare questa prospettiva pratica che ci fa desumere come più tenace sia il vizio quanto maggiore sia la forza del suo creatore.

Lottare contro sé stessi è una battaglia faticosa, infatti ci fa disperdere enormi risorse energetiche e, come in tutte le lotte intestine, ci apporta maggiori contraddizioni che dei vantaggi effettivi, infatti viviamo delle contraddizioni irrisolvibili credendo che le tendenze umane inferiori siano come delle forze nemiche che vadano soppresse senza alcuna pietà. Se le nostre tendenze diventano un problema, allora abbiamo la prova che non siamo dei buoni apprendisti dell’alchimia e che non siamo capaci di lavorare adeguatamente i materiali.

Avere debolezze e carenze nel corpo, nel cuore o nella mente non è una menomazione, perché la debolezza può diventare una fonte di forza e di perfezione se riusciamo a lavorare su quell’aspetto fino a farlo diventare un elemento utile e fruttuoso. Se non avessimo delle debolezze e delle pecche non potremmo conoscere la potenza delle forze animali che vivono in noi, perciò all’uomo che ha molte imperfezioni vengono offerte molte occasioni per imparare a lavorare su di sé e per temprare il suo carattere.

Nell’alchimia si afferma che in noi vivono delle forze naturali simili al vento, al tuono, al fulmine e alla tempesta, infatti possiamo divenire un magma di tendenze energetiche pericolose piene di rabbia, violenza, invidia, gelosia e di sentimenti negativi che diventano il seme delle tossicità interiori pericolose. L’energia delle forze negative si può riequilibrare se abbiamo la pazienza di procedere con la modifica di piccole porzioni di materiale, poiché l’oscurità non si può affrontare velocemente, perché sarebbe un compito troppo faticoso e scoraggiante.

Nell’alchimia si richiede l’osservazione accorta di porzioni minime di materia oscura, perché dobbiamo studiarne la struttura e la natura cosicché, dall’analisi stessa, venga suggerito l’elemento utile e che va ritrovato per riavere la completezza: se non ci fossero delle forze nemiche non avremmo l’occasione di evolvere e di migliorare. Dobbiamo credere che, anche colui che ha tendenze grossolane può migliorare elevandosi a livelli ammirevoli, e ogni nostra particolarità è significativa per la nostra struttura, perciò dobbiamo credere che l’uomo non vada mai menomato di nessuna delle sue componenti.

L’essere umano è come un albero con radici, tronco, rami, foglie, fiori e frutti, infatti l’uomo è radicato nella terra con le funzioni nutritive dello stomaco e con le funzioni sessuali per la sua riproduzione. Il tronco è nei polmoni e nel cuore, infatti il tronco trasporta la linfa dell’aria e del sangue che scorre: le foglie, i fiori e i frutti sono nella testa in cui abbiamo l’elaborazione mentale. Le radici sono nel corpo fisico che compie delle azioni concrete mentre è radicato nell‘involucro carnale, nel tronco abbiamo il corpo astrale che veicola i nostri sentimenti, e sui rami del nostro corpo mentale volano i pensieri.

Ai livelli superiori vediamo un albero in cui le foglie sono nei nobili pensieri del corpo causale, i fiori sono nei sentimenti delicati del corpo buddhico, e i frutti sono nelle azioni sublimi che scaturiscono dal corpo atmico che è l’abitazione della nostra natura superiore. Secondo i cabalisti, se non ci fossero le corrispondenze tra i livelli superiori e gli inferiori, non potremmo avere quegli scambi continui tramite cui, una materia densa e grezza diventa sempre più sottile e raffinata, per cui non potremmo ascendere dal sé inferiore al superiore Sé divino.

Senza la realtà degli scambi energetici saremmo condannati alla morte spirituale, infatti saremmo privi di radici, rami, fiori o frutti perciò sterili, perché non facciamo sforzi e fatiche nel lavoro e siamo pigri nell’accumulare il sapere che produce dei frutti spirituali. Interiormente i nostri rami sono le nostre virtù, le foglie sono il simbolo della nostra saggezza, i nostri fiori sono il tipo d’amore che sappiamo offrire, mentre i frutti sono le verità superiori che possiamo contemplare. Evidentemente la coscienza che è troppo legata alla materialità non può ricevere sufficiente luce, calore e vita per far crescere il suo albero superiore infatti, si arresta allo sviluppo del vegetale nel livello fisico, astrale e mentale che è al livello evolutivo inferiore.

Nell’uomo tutto è collegato, infatti il corpo fisico è legato allo spirito, il cuore è legato all’anima e l’intelletto è collegato alla superiore intelligenza, perciò il genio è ritenuto folle da colui che non lo comprende, infatti esistono degli scambi ed esistono dei contatti anche tra le nature grossolane che ricercano delle nature più raffinate per elevarsi. E’ l’alchimia che insegna a trasformare la nostra linfa grezza in linfa pura, poiché ogni metallo ignobile può diventare un nobile oro risplendente sebbene il lavoro alchemico non sia un semplice miscuglio di sostanze chimiche.

Molti tentano l’opera lavorando con cura ma non riescono ad ultimarla, poiché non hanno la forza sufficiente per innescare la reazione finale, infatti molti conoscono concettualmente i segreti elevati ma non hanno successo, perché sono carenti della volontà e delle virtù necessarie per migliorarsi. Fare la permutazione è molto più dell'ostentazione dell'evoluzione interiore e psichica, infatti la pietra filosofale è nella sintesi delle virtù effettive e concrete che accumuliamo e che conserviamo interiormente ma, solo se sappiamo operare ad un livello totale quando mettiamo in pratica queste virtù, è solo allora che plasmiamo il materiale umano.

In ogni essere vivente esistono delle particolarità e la tecnica giusta vuole il riconoscimento delle peculiarità personali, infatti abbiamo un temperamento che è la forza vitale che sintetizza le pulsioni, gli istinti e le tendenze di cui difficilmente sappiamo correggere e reprimere la forza. Nel nostro essere vi sono delle radici biologiche che sono le tendenze ereditate dal mondo animale, poi vi è il carattere che è il prodotto dalla diminuzione e dall’aumento delle caratteristiche del nostro temperamento, infatti il carattere è il comportamento attuato dall’essere consapevole che conosce ciò che fa, e che è consapevole della direzione del suo cammino.

Il carattere è prodotto dagli impulsi della costituzione animale che riusciamo a dominare nel rispetto delle peculiarità personali, infatti il carattere è la sintesi di ciò che siamo sebbene il nostro temperamento di base non possa modificarsi, infatti noi restiamo invariati nell’essenza di base, perciò il carattere diventa la sintesi armoniosa che coscientemente esprimiamo nel creare l’atteggiamento personale. Il nostro carattere è il nostro modo di essere e il nostro stile, perché rappresenta il “manifestare” in armonia con la nostra essenza basilare: il carattere sfuma il temperamento perché sa come addomesticarlo e come renderlo più elevato, infatti il carattere ci orienta verso un ideale e ci indica uno scopo e una missione personale unica.

Nella cabala è scritto che è in questo contesto che l’uomo continua la sua creazione personale, infatti è così che riscopriamo la vocazione che ci conduce lungo un determinato sentiero per incontrare il destino a cui siamo chiamati: è nel modo con cui riconosciamo e rispondiamo alla chiamata che vi è la differenza e lo stile personale. Il carattere non esiste quando nasciamo perciò lo dobbiamo coltivare con volontà, con fatica e con l’impegno, infatti i bambini nascono con il temperamento ma sono ancora privi di un carattere solido e definitivo. Nell’antichità la scuola medica di Ippocrate credeva che gli umani fossero divisi in 4 temperamenti, cioè che gli umani fossero dei sanguigni, dei biliosi o collerici, dei nervosi e dei linfatici.

Gli astrologi affermano che siamo guidati dai 7 spiriti planetari, cioè che siamo dei personaggi solari, lunari, mercuriali, venusiani, marziani, gioviani oppure saturniani. Gli spiritualisti fanno delle distinzioni anche tra i vari livelli evolutivi, per cui vedono i temperamenti nello stile con cui l’individuo approccia alla realtà, perciò affermano che vi sono dei temperamenti istintivi in coloro che amano avere un impatto primario tramite il lato biologico, che i sentimentali approcciano con l'aspetto affettivo, mentre gli intellettuali usano il versante mentale. Evidentemente è la sintesi di tutte le componenti che influisce, poiché siamo l'intera somma di temperamento, educazione, retaggio familiare, influssi ambientali a cui si aggiunge lo sforzo personale di chi tenacemente plasma la sua materia interiore.

Nella materia esistono 4 forme perché vi è la componente solida, liquida, gassosa ed ignea che corrispondono ai 4 elementi di terra, acqua, aria e fuoco che esistono in tutte la materia fin dall’origine, infatti la materia originaria esiste nella nostra costituzione. La nostra terra è nel corpo fisico, l’acqua è nel corpo astrale cioè nel cuore, l’aria vive nel corpo mentale perciò è nel nostro intelletto, e il nostro fuoco è nel corpo causale che è il nostro spirito. Esistono degli scambi e dei collegamenti tra tutti gli involucri e tutti gli elementi, perché il sole mette in movimento l’aria, e l’aria agisce increspando le acque, e le acque penetrano a nutrire la terra.

Similmente fa lo spirito che agisce sull’intelletto e manda l’intelletto ad agire sul cuore, perché è il cuore che agisce sul corpo fisico: ecco perché è dallo spirito che inizia la permutazione del nostro materiale. Tutti facciamo la permutazione integrale se introduciamo nel nostro spirito un altro essere sublime che è un elevato ideale su cui concentrarsi continuamente, finché esso stimola una vibrazione nuova e potente che si propaga a tutte le nostre fibre fino ad impregnare integralmente il nostro materiale.

Evidentemente l’impresa è lunga e faticoso per cui la spiritualità è adatta per esseri modesti ma tenaci e ambiziosi che sono disposti a lavorare anche per molto tempo senza vedere dei risultati concreti, perché non possono avere dei successi immediati, infatti sappiamo che è con il tempo e con il lavoro che la goccia scava la roccia, perciò è normale che sia necessaria una consistente porzione di tempo anche per modellare la “roccia” che è inserita dal nostro corpo fisico, infatti siamo ancora degli apprendisti nella lavorazione della nostra materia.

Buona erranza
Sharatan


2 commenti:

salvo ha detto...

Cara Sharatan, il tuo scritto è molto bello e coglie tutti gli aspetti della nostra vita,
mi è piaciuto molto l'esempio che fai dell'albero con le sue radici, il tronco, i rami e le foglie. Penso che da quanto tu dici dovremmo essere capaci di diventare artigiani di noi stessi per riconoscere tutto ciò che siamo, il bene e il male che è in noi per poterlo modificare, correggerlo fino a farci fiorire nella consapevolezza, come tu dici è veramente un impresa difficile, ma è necessario provarci e non stancarci mai di tentare. Grazie per quello che scrivi.
Un abbraccio sincero Salvo

Sharatan ain al Rami ha detto...

Caro Salvo,
l'esempio dell'albero è fatto nella cabala, e non è una mia idea. Senza dubbio è l'opera di perfezionamento della persona che fa la differenza, sembrano delle ovvietà, ma lavorare su noi stessi non è comune, e mettersi in discussione richiede molto coraggio.

Tutti dicono che la vita è ingiusta ma pochi ammettono di avere affrontato la vita in modo sbagliato. Saper riflettere, e saper apprendere dagli errori del passato appare difficile per l'uomo. Il ricordo degli errori storici ci avrebbe evitato il disastro nucleare che oggi vediamo.

Forse divento monotona, ma provare ad evolvere mi appare l'unica via di uscita e l'unica soluzione per noi tutti.

Ti abbraccio con affetto
Sharatan