sabato 12 marzo 2011

Il cambio dell’abito di scena


“Qualcuno chiese: ‘Maestro, qual è il vostro stile?’
Joshu rispose: ‘Il paravento può essere strappato,
ma la struttura resta!’”

(Joshu)



Secondo i cabalisti l’universo è costruito intorno ai due cardini della materia e dello spirito, infatti tutti gli esseri iniziano ad esistere nello stato sottile e dopo si materializzano, perciò la materia è la fase finale di un processo continuo e universale. La materia esercita un’azione con cui comprime, con cui condensa, perciò plasma e conserva le forme, infatti la materia viene associata ad un principio oscuro che è assimilato alla notte. Nell’opera dello spirito vediamo la dissolvenza e la dissoluzione, vediamo lo sfumare della forma della materia che vuole ritornare al suo stato originario che è rarefatto e sottile, perciò l’irradiamento spirituale è associato alla luce e al giorno.

Nella formazione di un corpo materiale vi è l’inizio del lavoro dei due principi della materia e dello spirito, poiché la materia accumula e condensa gli elementi plasmando il corpo che viene ad accrescersi, mentre lo spirito cerca di dissolvere le forme che si sono condensate, perché lo spirito vuole tornare alla Fonte originaria. Il principio che lavora per mantenere la forma materiale viene associato alla forza e alla tenacia del mondo minerale e alla fissità della pietra che è al più basso livello di sviluppo della materialità, e questo ci dimostra perché l’uomo si aggrappa tenacemente al suo involucro materiale.

Tra lo spirito e la materia non vi è alcuna lotta e nessuna opposizione, perché le due forze sono sempre associate, infatti esse s’intrecciano e si compenetrano vicendevolmente, per cui la materia lavora per allargarsi nel piano orizzontale per cercare più spazio materiale, e vuole ampliare il territorio su cui affermarsi. Nello spirito vive lo slancio verticale, per cui l’uomo viene spinto ad andare oltre e oltrepassare ciò che si vede e ciò che si ascolta, per questo lo spirito sviluppa degli strumenti percettivi raffinati, perché lo spirito viene delle regioni più elevate.

E’ solo lo spirito che abolisce le forme perché si può manifestare in infinite potenzialità, perciò egli può creare nuove forme materializzandole, che è la condizione primaria della creazione. Valutando le cose in questa prospettiva anche la morte smette di farci paura perché la morte è un processo di vita, infatti è il momento in cui l’attore cambia gli abiti di scena e abbandona il vecchio personaggio. L’esistenza è una continuità in cui si muore alla vecchia forma e si rinasce in nuove spoglie con lo spirito che si ripristina, per questa ragione non esiste alcuna divisione tra i due principi universali.

Ogni oggetto materiale inferiore possiede una quintessenza che vive nel mondo superiore, perciò le forme concrete conservano quella quintessenza anche nella vita materiale, per cui dobbiamo renderla concretamente attiva: ogni oggetto materiale ha il suo corrispettivo, infatti tutta la materia sprigiona delle forze e delle energie che ci animano e ci sostengono. Nella vita agiamo, perciò usiamo e alimentiamo delle forze che si ripercuotono nell’anima, perché ci lasciano delle impronte che diventano permanenti al nostro interno, infatti continuano ad esercitare la loro influenza essendo indistruttibili, per questo è molto importante usare le nostre energie in modo fruttuoso e intelligente.

Facendo l’accumulo di energie e risorse interiori vi è l’arricchimento della quintessenza dell’anima, e questo è il motivo per cui per avere quiete, luce e amore, non è sufficiente aver abbandonato il corpo, infatti l’anima ascende solo se realizza la pace, l’amore e la luce in tutti i giorni della vita. E’ molto più vantaggioso restare collegati a risorse positive, perché le forze spirituali positive sanno vivificare tutto il nostro ambiente fornendoci l’entusiasmo e la gioia del vivere. La luce che riceviamo dalle verità spirituali è talmente potente che riesce a muovere tutte le cellule del nostro corpo, e la sua forza scorre con il sangue che fluisce nelle vene, infatti la vivificazione risveglia anche le nostre tendenze inferiori.

La resistenza al cambiamento è causata dalla moltitudine di creature che vivono in noi, perché noi siamo come un edificio che ospita dei molteplici piani, ed ogni piano possiede i suoi abitanti. Al nostro interno ospitiamo un piano inferiore in cui vivono animali perciò abbiamo un serraglio interiore con rettili, uccelli, gazzelle e ospitiamo anche delle specie zoologiche più arcaiche, perché è chiaro che questi non sono animali reali, ma sono i simbolismi delle pulsioni istintive che vivono nella psiche dell‘uomo.

La psicologia umana usa delle simbologie arcaiche perché l’uomo si ammoderna solo esteriormente, ma interiormente resta antidiluviano. Ai piani superiori troviamo il consiglio dei nostri avi e degli antenati, e di tutti coloro da cui discendiamo, perciò anche l’adunanza parentale ha un valore simbolico poiché rappresenta tutte le nostre tendenze ereditarie e la familiarità che vive in noi. Nel consiglio degli avi, ogni antenato ci tira dalla sua parte perché le tendenze istintuali ci strattonato portandoci in varie direzioni, infatti si crede di avere ereditato le tendenze spirituali di coloro che ci hanno preceduti, e che rivivono tramite di noi.

Tutto quello che ci abita è una traccia e l’impronta che è impressa come sigillo, ma non sappiamo se tali tendenze siano buone o cattive, infatti non sempre i parenti ci consigliano saggiamente, infatti tutti possono sbagliare e loro desiderano potersi perpetrare tramite i loro discendenti, perciò si intromettono e ci consigliano. Esotericamente si crede che tutti portiamo alla nascita una “sintesi” di “spiriti familiari” che conservano anche delle tendenze desuete e arcaiche, perciò antiquate che sono il residuo di vecchie abitudini: questo contesto spiega come si possano ripetere delle stranezze e delle anomalie nei discendenti di stirpi familiari.

L’uomo è continuamente abitato dai suoi pensieri, dai suoi sentimenti e dalle sue emozioni, ma possiede delle tendenze particolari nei gusti che manifestiamo tramite attrazioni e repulsioni che sono “viscerali” perché albergano nello strato più profondo. Molti esseri umani sfuggono alle classificazioni perché l’uomo molto difficilmente rientra in tassonomie perfette e precise essendo abitato dalla moltitudine che vediamo e che è un condominio assai faticoso, ma poi ognuno lotta per la supremazia della sua personalità individuale che va oltre le impronte che riceviamo e che viviamo come un vantaggio oppure una pesante eredità.

Noi portiamo il peso delle generazioni precedenti, noi portiamo l’influsso delle forze arcaiche perciò ci sentiamo i portatori delle virtù e dei vizi altrui percependo il peso “delle colpe dei padri” se non fosse che il carattere eredita tendenze ma, superiori a tutto questo, esistiamo noi che siamo individui liberi di impersonare il personaggio che vogliamo. L’uomo crede di essere schiavo del suo passato, ma noi siamo sempre liberi di esprimere la nostra personalità individuale e possiamo accrescerci migliorando la nostra vita.

Credere di essere vittime delle tendenze inferiori e delle ereditarietà familiare è molto riduttivo, infatti dobbiamo cambiare questa opinione perché il seme è un’impronta in cui tutto è tracciato con precisione, perciò dobbiamo scoprire come canalizzare le linee di tendenza delle forze che ci animano per poter realizzare la nostra impronta dell’anima in modo unico e irripetibile. Non sappiamo se il nostro modo di essere proviene da noi, se deriva da una vita precedente o da linee di tendenza familiare, ma dobbiamo imparare a riconoscere la qualità della materia che è stata incisa in noi, e che è più forte di ogni condizionamento arcaico o familiare.

Se vogliamo cambiare la qualità della musica su cui risuoniamo dobbiamo saper studiare con pazienza e attenzione ogni nostra nota, dobbiamo avere precisione nello studio della struttura, dobbiamo abolire fretta e imprecisione sapendo essere accurati nella riscrittura del nostro copione poiché l’errore potrebbe ritornare. Anche dopo anni l’errore si potrebbe ripresentare, perciò è necessaria tanta pazienza, accortezza e comprensione negli insuccessi che potremmo avere, infatti le cattive abitudini sono difficili da correggere. La volontà di cambiare ci permette di modificarci lentamente, ma in seguito potremmo recuperare il tempo che abbiamo impiegato, infatti quando saremo diventati bravi potremmo andare più veloci facendo anche un’ottima esecuzione.

Per avere un buon lavoro non bisogna avere fretta ma dobbiamo lavorare con precisione e non accontentarsi finché il lavoro non diventa impeccabile perciò facciamo del nostro meglio, poiché per sfuggire alle vecchie impressioni è necessario creare nuove impronte sulla base di un atteggiamento nuovo. Noi dobbiamo imparare ad abitare in nuovi pensieri, in sentimenti differenti da quelli che ci fanno male, infatti dobbiamo fare dei gesti giusti perché differenti da quelli sbagliati del passato: è solo così che si creano nuovi copioni, perché è solo così che sappiamo cucire i costumi nuovi per l’attore che sceglie liberamente il ruolo che vuole impersonare nella vita.

Buona erranza
Sharatan


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