giovedì 28 aprile 2011

Nei tempi del sogno


“Gli uomini che pensano solo a lavorare
non hanno tempo per sognare,
e solo chi ha tempo per sognare
trova la saggezza”

(Smohalla dei Nasi Forati)

Gli antichi maestri vedici affermano che nell’etere esiste la vibrazione della verità e la percezione dell’infinito si diffonde nell‘universo perché siamo circondati da una vibrazione divina, ma dobbiamo imparare a percepire il sacro usando uno stato avanzato di pensiero. Questa forma di pensiero avanzato viene conquistata con la mente ricettiva che giace latente in ogni essere umano e che è direttamente collegata con lo spirito, infatti è solo la mente placata che viene visitata dalla rivelazione.

La vista interiore permette di ricevere la comunicazione di grandi verità che altrimenti sarebbero inconcepibili, e ci permette di comunicare con esseri di altre dimensioni infatti, nelle concezioni vediche vi è l’invito ad estrarre dal subconscio umano il potere creativo e la prerogativa latente posseduta da tutti, cioè la possibilità del contatto con l’atman, che è lo spirito. Secondo questi maestri, i veggenti del vasto Reggente che è l’Ispirato Brahman, usano imbrigliare la mente e i pensieri perché la mente deve essere soggiogata, in quanto è necessario lottare per conquistare “un pensiero ispirato come un focoso, e ben aggiogato cavallo.”

Una mente aggiogata è diversa da una mente che non è visitata dal pensiero ed essa sa concentrarsi in un modo specifico, infatti il potere del pensiero viene sviluppato solo nella visione che giunge al di là della mente e dei sensi. La mente ben focalizzata diventa una potente lente che mette a fuoco la visione dell’oggetto specifico, ma essa si spinge anche oltre l’oggetto per giungere nel mondo soprasensibile e incitare gli dei ad entrare in contatto. Questo è il primo passo per giungere a Brahman e percepire la verità che è radicata nella realtà, ed è un retaggio lasciato dagli antichissimi pitri che erano viventi prima dei veggenti rishi.

Un retto pensiero mette radici in questa verità e la conoscenza spirituale che essa riceve è la conoscenza dell’ordine cosmico da cui derivano tutte le cose, e da cui provengono tutte le leggi e gli statuti a cui anche gli dei si devono conformare e che ci offrono il sommo benessere. Il retto pensiero diventa una visione che scaturisce dalla coscienza umana, perciò il pensiero diventa luminoso come la verità da cui è scaturito, infatti dalla coscienza del veggente sorge la visione che ci rivela illuminando ciò che era oscurato dalle tenebre.

In questa forma di meditazione “procedendo come un maestro d’ascia” si ottiene il potere di accedere a stati di concentrazione che sono in grado di forgiare un carro condotto dal pensiero che deve essere come “un focoso e ben aggiogato destriero” che abbatte i nemici, che uccide i demoni, che apre i recinti delle sacre vacche del cielo e che dona la luce. Così i Rig Veda spiegano poeticamente il pensiero meditativo, il potere delle preghiere e dei canti vedici che aiutano ad ascendere al cielo per ottenere l’illuminazione della visione mistica e per avere l’unione con il Reggente che è Brahman, usando l’immagine del carro per indicare un mezzo di trasporto che era molto veloce.

Steiner scrive che, nell’antichità, l’uomo possedeva “la chiaroveggenza sognante” infatti fissava lo sguardo nel luogo in cui tutto è scritto, poiché gli avvenimenti sono registrati nel mondo eterico e tutto resta scritto nella sostanza cosmica. L’uomo indirizzava il suo “sguardo chiaroveggente sognante” sulle tracce che le esperienze umane si lasciano dietro come “una chioma di cometa,” perciò per l’uomo era sufficiente fissare la sostanza eterica per accogliere i contenuti eterici e conoscere gli avvenimenti e per rivederli usando la sua “chiaroveggenza sognante.”

Il mondo e le sue orme eteriche fluivano nel corpo, perciò l’esteriorità entrava nell‘uomo infatti, nell‘interiorità avveniva la ripetizione di ciò che era avvenuto esteriormente e la realtà riviveva nell’immaginazione sognante. L‘uomo era sommerso dal mondo non avendo percezione cosciente della differenziazione dei vari livelli di realtà, ed egli viveva con la consapevolezza di poter accedere al grande serbatoio della memoria degli antenati, perciò verso di loro nutriva enorme gratitudine, poiché la loro forza si conservava nelle qualità che essi avevano tramandato ai loro discendenti.

L’educazione antica era costruita basandosi sulle immagini ricevute e la forma umana veniva facilmente plasmata nell’armonia delle forze spirituali, e l’uomo era totalmente dominato dagli dei e viveva totalmente sottomesso alle azioni divine essendo condizionato da ciò che essi volevano, così che la libertà umana era inesistente. La liberazione dell’uomo rese necessario che un germe di spirito gli fosse instillato interiormente, affinché si perfezionasse la consapevolezza facendo una differenziazione della sensibilità del singolo individuo.

L’uomo antico percepiva un enorme senso di beatitudine interiore sentendosi incluso nella casa celeste e sapendo di appartenere alle entità animico-spirituali a cui era collegato dalle sue affinità celesti, perciò sapeva di essere avversato da forze contrarie alle sue inclinazioni spirituali. Le stelle erano la manifestazione degli esseri spirituali che reggevano il mondo, perciò erano anche l’immagine delle qualità di quelle forze celesti e di quelle energie cosmiche, e l’intima connessione spirituale rendeva l’uomo in perenne equilibrio tra la terra e il cielo.

Con una evoluzione di questo tipo tutto si sarebbe squilibrato, poiché solo gli elementi più nutriti di energia sarebbero evoluti mentre gli elementi trascurati si sarebbero disseccati e calcificati, perciò la creazione non sarebbe continuata nel tempo. Nell’antichità l’uomo non aveva la comprensione del fluire della verità ma viveva in partecipazione totale con il mondo, perciò non c'era necessità del pensiero autonomo e della cura della personalità individuale, perciò si rese necessario che l’uomo fosse indipendente nel suo percorso terreno.

Steiner scrive che l’uomo diventò ricettivo al flusso del sangue in cui sentiva l’energia e il calore dell’io infatti, sentendo scorrere il flusso sanguigno nel corpo l’uomo sperimentava il suo essere e l’influsso della divinità a cui era collegato. Nell’aria che respirava percepiva l’influsso delle forze eteriche che si erano formate restando permanenti nell’etere, perciò l’uomo si creava una costituzione in cui conservava le idee che amava e che voleva imitare, perciò l’uomo imparava a impersonare se stesso.

L’uomo è inconsapevole dell’influsso degli elementi terrestri, poiché essi agiscono al momento dell’incarnazione, infatti l’uomo vive in “oscuramento cosciente” dell’influsso dello spirito superiore che governa anche la solidità materiale. Nel momento dell’incarnazione gli elementi spirituali si cristallizzano, perciò è solo con un susseguente salto di coscienza che l’uomo riconosce questo fatto e consolida la sua consapevolezza, ma solo se l'uomo riceve l’illuminazione di un barlume di luce superiore.

Se l’uomo diventa consapevole è perché interviene un elemento estraneo al suo organismo che non sa padroneggiare, perciò riesce a infondere una nuova visione, infatti è solo ciò che sentiamo come estraneo che ci impone un comandamento perciò stimola una ingiunzione che ci fa modificare. E’ questo il motivo per cui nell’uomo sorge l’affermazione dell’io e nasce contemporaneamente alla sensazione di avere un’anima razionale che proviene dal mondo superiore, e questo si alimenta e sperimenta nel mondo interiore tramite l’attività del pensiero, perciò la forza dello spirito originario impregna il sangue, la carne, le ossa e il nostro midollo.

E’ così che l’uomo si sente il discendente degli antenati e sa che la vita dei suoi avi è respirata insieme all’aria, poiché scorre nelle vene e fluisce nel sangue per tramandarsi nelle generazioni future, perciò l'uomo alimenta il culto degli avi, poiché essa è l’origine della specificità che siamo. L’uomo non sa, ma “sente” tutto in modo oscuro e vede gli spiriti che si manifestano indirettamente, infatti ha dimenticato che le manifestazioni del mondo naturale sono lo specchio della manifestazione della volontà degli esseri superiori.

L’uomo non sa come avvenga ma "sente" che una fiammella del fuoco superiore resta celata al suo interno, e si sente collegato a queste forze infatti, nel momento in cui nacque l’io, tra l’uomo e la terra esisteva la sintesi della fusione perfetta. L’uomo non era indipendente dallo spirito, perché viveva sentendosi incluso nell’unità, e non si sentiva separato da nessuno dei mondi esistenti.

E’ la nascita dell’io che agisce spiritualmente poiché, percependoci come delle unità autonome fummo separati dal mondo celeste, e il distacco permise la discriminazione dell’individualità dell’anima personale. La separazione dall’anima universale avvenne quando l’anima umana comprese che sulla terra avrebbe avuto le opportunità per sperimentare lo sviluppo dell'individualità. Per quanto riguarda i mondi superiori essi operarono facendo l'accomodamento dell’io che l’uomo andava perfezionando nel mondo terrestre, perciò posero in interazione reciproca l’io collegandolo al veicolo astrale, eterico e fisico del'uomo.

E’ sull’armonizzazione operata dal mondo spirituale che l’uomo iniziò a riflettere in modo cosciente infatti, è nel mondo interiore che sorge il corretto orientamento e la conoscenza opportuna per imitare il mondo superiore e per conquistare la comprensione. La coscienza umana fu separata dall’anima cosmica universale, affinché l’uomo smettesse di essere passivo e assoggettato, infatti è il corpo astrale cosciente che ci permette di regolare e orientare le forze celesti, e ci permette di poter scegliere le immagini amate dalla coscienza personale.

Ma il corpo astrale assoggettò l’io che gli era superiore essendo il riflesso del barlume divino, infatti l’uomo resta esposto agli elementi inferiori e viene assoggettato dagli istinti pur essendo nato libero. E' da questo contrasto che sorge la difficoltà di vedere oltre le apparenze formali, infatti l’uomo ha costruito un corpo troppo denso che è calato troppo profondamente nella terra. Questi sono gli avvenimenti per cui l’uomo moderno ha una costituzione diversa da quella dell’uomo antico sognante che era costruito da fuoco, da aria e da acqua per cui aveva una forma rarefatta che gli permetteva di camminare con grazia e di sfiorare con delicatezza la superficie della terra.

Buona erranza
Sharatan

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