giovedì 2 giugno 2011

L’evoluzione dell’anima


“L’alchimia serve a separare
il vero dal falso”

(Paracelso)

I cabalisti dicono che l’uomo nasce con l’anima incompleta e che dove guadagnare la sua completezza facendo una evoluzione consapevole per conquistare l’anima perfetta. L’uomo deve salire la scala evolutiva dell’anima, che è una scala che sale dalla terra fino al cielo, poiché dal primo scalino Nefesh che è l’anima vitale, si deve salire al superiore Ruach, che è il soffio o lo Spirito, fino a Neshama, che è l’Anima divina che risiede nel veicolo corporeo per arrivare ancora più in alto, fino a trascendere il livello fisico ridestando Chaya.

Chaya è l’Essenza vivente e l’anima radice/sorgente da cui provengono le anime individuali che originano tutte da Yechidà, cioè nell’essenza unica che è Dio, poiché qui tutte le anime si fondono nel Tutto dell‘Uno. I cabalisti dicono che l’uomo deve agire coscientemente sui mondi in cui vive, infatti con la purezza del pensiero umano egli influenza il mondo delle anime, che è Bryiah, mentre la purezza del linguaggio si riflette sul mondo spirituale, cioè in Yetzira che è il mondo degli angeli, mentre le azioni umane si riflettono sull’universo fisico, che è Asyah.

Nel nascere ci viene concessa solo la parte dell’anima più imperfetta, infatti ci viene insufflata solo un’essenza vitale primaria, mentre la parte più elevata poiché è già rettificata, rimane nell’alto. Tutti nasciamo incompleti, imperfetti e poco elevati, quindi tutti dobbiamo imparare ad elevarci, e la nostra elevazione si compie se sappiamo nutrire e accrescere il nostro mondo e la nostra anima. Se vogliamo elevarci dobbiamo usare il pensiero, la parola e l’azione, perché con essi noi condizioniamo il nostro mondo, perciò il tikkun cabalistico è collettivo e personale essendo la meta più ambita della vita umana.

Tutto ciò di cui ci nutriamo diventa parte di noi, poiché tutto ciò che vive contiene l’anima vitale Nefesh, e ogni volta che mangiamo noi assumiamo la spiritualità del nostro cibo: tutto quello che mangiamo accede a Ruach e Neshama, perciò giunge alla nostra parte più intima, infatti il corpo e l’anima possono essere inquinati dai cibi dannosi. Quando Gesù afferma che “l’uomo non vive di solo pane” vuole insegnare che l’uomo non si nutre solo di cibo fisico, ma si nutre anche di impressioni interiori, infatti l’uomo si sazia anche con l’arte, con la natura e con le relazioni umane.

Il nutrimento adeguato e l’ambiente favorevole è nelle situazioni in cui la nostra sensibilità si accresce e si affina, infatti è solo con l’elevazione dal denso al sottile che possiamo sintonizzarci nell’armonia e nella bellezza, perciò la selezione impone di sottrarci alle impressioni dolorose e pesanti della negatività. La selezione deve essere guidata dalla volontà di non rinforzare e di non far emergere le impressioni più grossolane e inferiori, infatti l’uomo poco evoluto è quello che si fa trascinare dalla soddisfazione dei suoi istinti senza saper dirigere e scegliere ciò che gli giova.

L’immaginazione dell’uomo istintuale è collegata alla soddisfazione delle esigenze primarie, perciò le sue esperienze sono collegate solo alla soddisfazioni immediate. E’ solo dopo che ha verificato, a sue spese, che la soddisfazione immediata non viene mai seguita da un piacere durevole, solo allora egli comprende che il piacere materiale offre una felicità che è breve e illusoria. Si paga cara anche la comprensione di dover governare l’energia del pensiero, di dover orientare le parole e di dover pensare alle azioni più opportune per ottenere l’armonia interiore, poiché è sempre una libera scelta il momento del risveglio.

L’uomo poco evoluto si fa dominare dalle cose esteriori, infatti qualsiasi cosa esterna, cioè l’ambiente, le persone e le cose riescono a condizionarlo, infatti egli si lascia squassare dal mondo e viene modellato dalle circostanze e dalle persone in cui s’imbatte. Mosso dai pensieri, dai sentimenti e dalle sensazioni che vengono stimolate dal mondo e che sono assimilate senza controllo, l’individuo diventa una foglia nella tormenta diventando una facile vittima di coloro che vengono per approfittare della debolezza e della fragilità altrui.

Nel vivere è necessario usare tutte le nostre facoltà alla massima potenzialità di realizzazione, perciò dobbiamo imparare una gamma di progressioni d’indipendenza dalle circostanze esteriori e dobbiamo disciplinare il nostro pensiero per questa finalità. Il pensiero è un’energia spirituale molto concentrata, perciò il nostro modo di pensare modella e trasforma le cose che ci circondano, infatti dobbiamo padroneggiare la realtà usando l‘intelligenza per capire cosa dover rettificare nei nostri comportamenti.

Il cibo è vitale perché permette la sopravvivenza infatti, dopo che è elaborato dal corpo, il nostro cibo diventa il nostro sangue e la nostra carne, perciò ci infonde la forza e ci offre la vita: il nutrimento fisico lo conosciamo, ma ignoriamo come si possa nutrire la nostra anima. Tutto ciò che assorbiamo come nutrimento ci lascia internamente la sua forza vitale, ed è così che ci nutriamo assimilando tutto quello che ci circonda, a prescindere che abbia un’apparenza fisica, mentale o spirituale.

La nostra alimentazione psichica è importante come quella fisica, per cui dobbiamo diffidare dei cibi guasti e nocivi usando le funzioni dei nostri livelli sottili, poiché l‘uomo compie le sue attività con i suoi tre corpi, cioè l’emotivo, il mentale e lo spirituale. Questi tre corpi costituiscono l’entità fisica che dobbiamo armonizzare per ascendere ad una vibrazione superiore, infatti lo facciamo nutrendo tutte le nostre costituenti in modo adeguato. Affinché la vita dei tre corpi si accresca dobbiamo imparare ad alimentare bene il corpo, la mente e lo spirito educandoli in modo adeguato, accurato e amorevole.

Prendersi cura di noi significa imparare a capire quali sono i cibi che ci giovano, e quelli che ci saziano in modo adeguato, perciò impariamo come rifuggire dall’alimentazione errata. L’uomo che è fatto di soli istinti è come un fuscello spinto dall’istinto che prevale sul pensiero, sulle parole e sulle azioni. L‘uomo deve riflettere sul costo delle sue soddisfazioni, perciò deve scartare le cose che saziano lasciando il malessere: solo questa riflessione ci fa comprendere come regolare la nostra alimentazione.

Seppure abbiamo controllo limitato sul fluire del mondo, poiché tutto è continua evoluzione possiamo imparare l’arte della trasmutazione: trasmutare significa che la forma, la natura e la sostanza di una cosa viene trasformata in un’altra, agendo sulla trasformazione della polarità: quest’alchimia è possibile solo a chi sa padroneggiare se stesso, in modo da trasformare il suo piombo in oro. Nella natura osserviamo che tutto è trasformato e nulla va perso, infatti i vegetali sanno estrarre i loro nutrienti direttamente dal fango, perciò saper fare la trasformazione è come compiere le meraviglie della natura.

Se la materia è energia e vibra quando i suoi atomi si muovono, allora tutti siamo dei piccoli sistemi solari con dei livelli di diversa densità, infatti le vibrazioni materiali sono pesanti e faticose, ma le vibrazioni diventano sempre più luminose e lievi mentre si ascende, infatti sopra l’istinto umano vi è la ragione. La ragione è posta più in alto della materia, perciò la ragione spegne l’istinto cieco e fiammante del carattere che usa solo l’emozione, infatti chi non conosce l‘uso della ragione vive turbato e agitato come la foglia nella tempesta.

Se ci concediamo il tempo, possiamo fare una sosta e possiamo attivare il controllo dell’emozione, che è possibile solo se impariamo a diventare l’osservatore di noi stessi: è il momento introspettivo che permette la salita evolutiva dell’anima, perché salire dal piano emotivo a quello razionale è il modo per trasmutare le nostre emozioni. In ogni occasione della vita dobbiamo ricordare il valore della libertà altrui, infatti ognuno agisce a seconda del suo livello evolutivo, perciò le azioni degli altri non ci toccano e ogni azione altrui è un problema di colui che l‘ha fatta.

Noi dobbiamo sempre fare al meglio in quello che ci riguarda, poiché la nostra serenità non è legata a quella degli altri, in quanto ognuno è libero di programmare la sua evoluzione personale: ognuno programma il suo tikkun. Ma chi vuole salire e diventare spiritualmente maturo crede nel perdono di coloro che agiscono male, poiché sono uomini malati d’infelicità, altrimenti avrebbero l’istintiva avversione per il male e per la violenza. L’ignoranza della legge preclude la conoscenza che ognuno riceve la moneta che ha dato, perciò il male riporta il male e il bene rimanda il bene, e tutto ritorna all’origine, poiché otteniamo sempre il frutto delle nostre azioni, per legge karmica.

Saper estrarre il bene dal male è fare come la radice che penetra nella terra per trovare le sue risorse più preziose, infatti le oscillazioni tra la polarità positiva e quella negativa fanno parte della vita, ma esse vanno orientate verso le vibrazioni positive che sono più adeguate a sintonizzarci sulla nostra natura più elevata. Noi possiamo agire sulle nostre vibrazioni interiori per governare l‘esterno, infatti siamo i padroni e non gli schiavi dei nostri stati mentali.

I nostri pensieri comunicano con quelli degli altri, perciò respingono o attraggono altre vibrazioni che sono assonanti alle nostre disposizioni d’animo, perciò dobbiamo osservare i pensieri che coltiviamo nella mente, poiché il mondo si tinge dei nostri colori interiori, infatti siamo noi che coloriamo un mondo che è neutrale usando i nostri personali concetti di bene e di male. E’ la nostra volontà e la qualità delle nostre reazioni che fa la differenza, poiché tutto è relativo essendo collegato al nostro stato interiore, e la nostra disposizione interna è condizionata dalla qualità delle emozioni e dei pensieri che accettiamo e che ospitiamo dentro di noi.

Cambiando ciò che ospitiamo possiamo migliorare noi stessi, infatti possiamo vedere tutto sotto una luce migliore se sappiamo che possiamo attrarre le persone che ci sono più affini e che sono in sintonia con quello che siamo, ma questo accade se sappiamo attivare i nostri campi magnetici e se sappiamo direzionarli alle dimensioni superiori. Ognuno possiede la capacità di affinare la sua anima e può riuscire a sintonizzarsi sulla sua anima sorgente/radice originaria, perciò ognuno sa come ritornare alla casa del Padre.

La mente viene diretta dall’Io spirituale, perciò essa sa dominare il piano fisico e il piano emotivo, poiché gli sono inferiori, infatti abbiamo la capacità di educare la mente, in quanto l’uomo è il risultato di tre corpi e sa come armonizzare queste componenti, perfezionando sempre più gli strumenti di cui è fornito. L’educazione mentale va attuata con lo sviluppo dell’attenzione e con la pratica della concentrazione a ciò che facciamo, poiché la vigilanza è primaria in chi si è risvegliato. La pratica dell’osservazione porta alla meditazione su quello che facciamo, perciò sappiamo visualizzare ciò che vogliamo realizzare, così conosciamo quello che dobbiamo fare per ritornare all’origine e ottenere la nostra Suprema realizzazione.

Buona erranza
Sharatan

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