lunedì 26 settembre 2011

La consapevolezza è libera


“Nel tuo mondo, ciò che non viene detto non ha esistenza.
Nel mio, le parole e i contenuti non esistono.
Nel tuo mondo niente è stabile, nel mio niente cambia.
Il mio mondo è reale, mentre il tuo è fatto di sogni.”

(Sri Nisargadatta Maharaj)

“La cosa principale è essere liberi dalle emozioni negative: il desiderio, la paura, insomma i ‘sei nemici’ della mente. Una volta che la mente ne è libera, il resto viene da sé, senza difficoltà. Come un tessuto si pulisce da solo quando è tenuto nell’acqua insaponata, così la mente si purifica nel flusso della purezza interiore. Quando siedi tranquillamente e osservi te stesso, può venire in superficie di tutto. Non fare niente, non reagire: come viene se ne va, da solo. L’unica cosa che conta è l’attenzione, la totale consapevolezza di te stesso o, meglio, della tua mente.

Si, la persona, è l’unica che è oggettivamente osservabile. L’osservatore è prima dell’osservazione. Cio che è osservabile non è il vero Sé. Puoi osservare l’osservazione, ma non l’osservatore. Tu sai di essere l’osservatore ultimo per introspezione diretta, non grazie a un processo logico basato sull’osservazione. Tu sei ciò che sei, ma conosci solo ciò che non sei. Il Sé è sconosciuto in quanto essere, invece il non-Sé è conosciuto come transitorio. Ma in realtà è tutto nella mente. L’osservato, l’osservazione e l’osservatore sono costrutti mentali. Soltanto il Sé è.

Dividere ed entrare nei particolari è la natura stessa della mente. Non c’è niente di male a dividere, ma la separazione va contro la realtà dei fatti. Le cose e le persone sono diverse, ma non separate le une dalle altre. La natura è una, la realtà è una. Esistono gli opposti, ma non le opposizioni. […] C’è differenza tra azione e semplice attività. Tutta la natura è operosa. L’azione è naturale perché la natura è azione. D’altra parte, l’attività si basa sul desiderio e sulla paura, sul desiderio di possedere e godere, sulla paura del dolore e dell’annientamento. L’azione è compiuta dal tutto per il tutto, l’attività dal singolo per se stesso.

Osservala e cesserà. Sfrutta ogni occasione per ricordarti che sei in schiavitù, che quanto ti accade è dovuto alla tua esistenza corporea. Desideri, paure, problemi e gioie non possono esistere senza che ci sia la tua persona a cui apparire. Eppure, tutto ciò che accade evidenzia la tua esistenza in quanto centro di percezione. Non badare alle cose che mettono in evidenza il tuo essere e sii consapevole di ciò che evidenziano. E’ piuttosto semplice, ma va fatto. Ciò che conta è la perseveranza con cui continui a tornare a te stesso.

Il corpo è fatto di materia e ha bisogno di tempo per cambiare. La mentre non è altro che un insieme di abitudini mentali, di modi di pensare e sentire, e per farli cambiare bisogna portarli in superficie ed osservarli. Anche questo richiede tempo. Sii risoluto e perseverante, il resto si prenderà cura di sé. […] Fai ciò che hai voglia di fare. Non tiranneggiarti. La violenza ti renderà duro e rigido. Non lottare contro quelli che ti sembrano ostacoli lungo la tua via. Interessati a loro, guardali, osservali, mettiti in questione. Lascia che tutto accada, buono o cattivo che sia, ma non fartene sommergere.

La mente deve imparare che oltre il suo movimento, c’è uno sfondo di consapevolezza che non cambia. Deve arrivare a conoscere il vero Sé, a rispettarlo e a non nasconderlo come la luna che oscura il sole durante un’eclisse. Renditi conto che niente di osservabile e sperimentabile è te stesso e può vincolarti. Non prendere in considerazione ciò che non è te stesso. […] Consapevolezza è essere svegli. Inconsapevolezza significa essere addormentati. Tu sei comunque consapevole, non hai bisogno di cercare di esserlo. Devi solo avere coscienza di essere già consapevole. Sii consapevole deliberatamente e coscientemente, allarga e approfondisci la consapevolezza. Hai sempre coscienza della mente, ma non sei consapevole di essere tu ad averla.

Guardala in questo modo. La mente produce incessantemente pensieri, anche quando non ci fai caso. Quando sai cosa succede nella mente, parli di coscienza. Questo è il tuo stato di veglia: la coscienza si sposta da una sensazione all’altra, da una percezione all’altra, da un’idea all’altra, in una successione senza fine. Poi viene la consapevolezza, l’introspezione diretta nell’insieme della coscienza, nella totalità della mente. La mente è come un fiume che scorre continuamente nel letto del corpo. Tu ti identifichi per un momento con un’increspatura dell’acqua e la chiami ‘il mio pensiero.’ Tutto ciò di cui sei cosciente appartiene alla mente, la consapevolezza è il riconoscimento della coscienza in tutta la sua interezza.

Non dire ‘ognuno è cosciente’, ma ‘c’è la consapevolezza’ in cui tutto appare e scompare. Le nostre menti nopn sono altro che onde nell’oceano della coscienza. Come le onde, vanno e vengono. Come l’oceano, sono infinite ed eterne. Conosciti come l’oceano dell’essere, il grembo di ogni esistenza. Ovviamente queste sono metafore, perché la realtà è al di là della descrizione. La conosci solo se sei essa. Se non la trovi, tutto è una pena. Se vuoi vivere in maniera sana, creativa e felice, e avere infinite ricchezze da condividere, cerca ciò che sei. Mentre la mente ha il suo centro nel corpo e la coscienza lo ha nella mente, la consapevolezza è libera.

Il corpo ha le sue necessità inderogabili, la mente le sue pene e i suoi piaceri. La consapevolezza non è influenzata o alterabile. E’ lucida, silenziosa, pacifica, attenta e coraggiosa, senza desideri e paure. Medita su di essa e vedila come la tua vera essenza, cercando di essere così anche nella vita quotidiana, e la realizzerai a pieno. La mente è presa dagli avvenimenti, mentre la consapevolezza si interessa solo alla mente. Il bambino cerca il giocattolo, ma la madre fa attenzione al figlio, non al giocattolo. A forza di osservare instancabilmente, sono diventato vuoto. E da quel vuoto è tornato tutto tranne la mente, che ho perso per sempre.

Non sono né cosciente né incosciente. Sono al di là della mente e dei suoi vari stati e condizioni. Le distinzioni sono create dalla mente e si riferiscono soltanto a essa. Io sono pura coscienza, la consapevolezza indivisa di tutto ciò che è. Mi trovo in uno stato più reale del tuo. Non sono rimasto impigliato nelle distinzioni e nelle separazioni che costituiscono una persona. Finché questo corpo durerà, avrà le sue necessità come quello degli altri, ma il mio processo mentale si è già estinto.

La vita se ne andrà, il corpo morirà, ma la cosa non mi toccherà minimamente: io sono al di là del tempo e dello spazio, non sono causato e non causo niente. Ciò nonostante io solo la matrice dell’esistenza. Il desiderio di mettere fine a tutti i desideri è un desiderio molto particolare, come il timore di avere paura è un timore molto strano. Il primo ti impedisce di aggrapparti a qualcosa, e il secondo di fuggire. Puoi usare le stesse parole per descriverli, ma i due stati non sono identici. Chi cerca la realizzazione non è dipendente dai desideri, è un ricercatore che va contro il desiderio e non ci si accompagna.

Il desiderio generico di liberazione è soltanto l’inizio; trovare i mezzi appropriati e usarli è il passo successivo. Il ricercatore ha solo una meta di fronte a sé: scoprire il suo vero essere. Di tutti i desideri, questo è il più ambizioso perché niente e nessuno può soddisfarlo. Il ricercatore e la cosa cercata sono un tutt’uno: conta solo la ricerca. Il ricercatore si dissolverà e rimarrà la ricerca, perché è l’ultima realtà al di fuori del tempo. Significa rifiutare l’incompletezza e l’imperfezione. La ricerca della realtà è in sé il movimento della realtà. In un certo senso l’intera ricerca mira alla reale beatitudine, o alla beatitudine della realtà.

Ma per ricerca qui si intende la ricerca di se stessi in quanto radice dell’essere coscienti e luce al di là della mente. Questa ricerca non avrà mai fine. Ma perché avvenga un vero progresso, dovrà cessare l’affannosa e insaziabile ricerca di tutto il resto. Bisogna capire che la ricerca della realtà, di Dio, del guru o del Sé sono la stessa cosa: quando se ne trova uno, li si trova tutti. Nel momento in cui ’Io Sono’ e ’Dio’ diventano indistinguibili nella mente, accade qualcosa e tu sai senza dubbio che Dio esiste grazie a te e tu grazie a lui. I due sono uno. […] Il destino si riferisce solo al nome e alla forma. Siccome tu non sei né il corpo né la mente, non può aver controllo su di te. Sei completamente libero.”

(Da: Sri Nisargadatta Maharaj - Tu sei Quello: conversazioni col maestro, Ubaldini, 2000)


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