venerdì 30 settembre 2011

Sensibilità


“La materia ognuno l’ha sotto gli occhi,
il contenuto lo trova solo chi ha a che farci,
e la forma è un mistero per i più.”

(Johann Wolfgang von Goethe)

Comunemente si crede che le persone più semplici, più primitive e più ignoranti vivano meglio di quelle che sono più colte e raffinate, perché l’intelligenza e il gusto ci rendono vulnerabili alla durezza della vita. Si crede che l’eccesso di sensibilità sia causa di grande sofferenza, perché rende troppo consapevoli ed esposti alle trasformazioni politiche, economiche e psicologiche che avvengono nella vita. La cosa migliore dicono sia quella di restare ignoranti e insensibili, perciò molti diventano così anche se questo li porta a diventare come la pietra che è fatta di un materiale che non soffre, ma che non possiede alcuna caratteristica umana.

La sensibilità non è un difetto, ma è la dimostrazione più evidente dell’evoluzione umana, infatti l’evoluzione interiore è sempre proporzionale allo sviluppo di una grande sensibilità personale. La ricerca della sensibilità è rivolta verso l’alto, infatti la sensibilità non è nascosta nelle tendenze inferiori, perché è necessario risalire verso le dimensioni superiori della natura umana, e spingerci verso le dimensioni più sottili di cui è composta la natura degli angeli, degli arcangeli e delle gerarchie celesti superiori, al cui apice è il Signore che è l'unico che possiede la perfetta sensibilità.

Per quanto riguarda l’uomo, è certo che essere degli individui molto sensibili espone alla vulnerabilità, perciò ci espone ad una maggiore sofferenza, ma è anche vero che è solo accrescendo la sensibilità interiore che noi ci possiamo evolvere più velocemente. Dobbiamo pensare che nella natura umana esiste un livello inferiore e un livello superiore, ma finché non dominiamo le tendenze dell’egocentrismo della nostra natura non avremo nessuna sensibilità verso il mondo.

Avere maggiore sensibilità è naturale che possa arrecare sofferenza per la consapevolezza di ciò che vediamo e per l’incapacità di concepire l’ignoranza della parte più egoista e prepotente dell'umanità. Riuscire a formare un carattere che resti autonomo nei riguardi delle convenzioni del mondo è uno sforzo tremendo, e per vivere autonomamente dobbiamo rafforzare un carattere e avere forti convinzioni interiori. E’ questo il motivo per cui molti non riescono a vivere in disaccordo con le convinzioni, e non hanno la fibra necessaria per acquisire l’autonomia del pensiero, perciò non hanno il senso del loro valore personale, perciò dicono che non dobbiamo affinare la sensibilità.

La sensibilità è una facoltà che eleva, però va chiarito cosa si intende con il termine, per non correre il rischio di confondere sensibilità e suscettibilità, infatti nell'essere suscettibili si elabora il mondo con i centri inferiori, perché l'ego si è messo al centro dell’universo, e si indigna se non viene trattato con la considerazione adeguata al suo rango. Nelle persone permalose tutto ciò che contrasta e frustra il loro desiderio è un attacco, perciò reagiscono in modo molto aggressivo.

La sensibilità ci permette di approcciare al mondo in modo più impersonale e sottile, perciò tacitando la natura inferiore per fare emergere la sensitività interiore, perciò diventiamo più sensibili nel godere di ciò che amiamo, sappiamo provare la commozione e la meraviglia davanti alle bellezze della natura e alle opere d’arte. La sensibilità è una condizione che nobilita l’uomo, e la sensibilità accresciuta ci permette di percepire l’ordine divino che è inserito nel mondo, perciò impariamo a trascendere anche il senso di noi e della nostra percezione personale.

Coltivare la sensibilità permetterà all’uomo di non regredire, perché molti spingono per far regredire l’uomo al livello dell'animalità, molti non vogliono fare degli sforzi per evolvere, perciò non si educano ad una maggiore sensibilità, perciò troppi vivono sempre più delusi della vita e finiscono per indurirsi fino a calcificare. Molti soffrono per l’insensibilità del mondo, perciò vogliono stordirsi per sfuggire al male e alle ingiustizie, infatti si sentono inadeguati al mondo.

Diventa prioritario sviluppare una maggiore sensibilità per poter affrettare l'evoluzione, perché la materia psichica diventa più flessibile e più pura, e si aumenta il livello delle nostre vibrazioni in modo che, se ci eleviamo, anche il mondo diventerà diverso. Se percepiamo internamente il tocco del mondo divino, allora questo senso ci distacca dalla cecità del mondo, ma per sviluppare una sensibilità spirituale intensa e impersonale è necessario essere sensibili, perché sentiamo l'influsso che proviene dall’anima e dallo spirito: essere al riparo dall’ego non diventa un problema se eliminiamo ogni nostra natura inferiore.

La maggiore sensibilità spirituale ci apre alla luce, alla bellezza e alla felicità del mondo, e ci mette al riparo dal buio e dal dolore, perché chi è sensibile non è mai vulnerabile o indifeso, poiché la stessa sensibilità lo sa portare oltre la volgarità e la bruttezza del mondo. Niente può sporcare, perché siamo al livello che è superiore al mondo, al livello in cui si percepisce che la natura umana fa fatica ad uscire dall’ignoranza, perciò le cose si vedono in modo diverso. Diventare sensibili con la prospettiva del divino mette al riparo dal male del mondo, perché è la sensibilità stessa che diventa la migliore difesa.

Essere sensibili significa essere recettivi solo a ciò che è buono, che è bello e che è affine alla nostra natura, perciò siamo estranei a tutto ciò che è diverso, perciò sviluppare la sensibilità è mandare dei messaggi verso il cielo, perché sappiamo che qualcuno ci risponde se bussiamo. Molti usano dei mezzi chimici per proteggersi dal dolore, e si nascondono per paura di soffrire nell'evolvere, ma usano la via di fuga sbagliata.

La fuga è saltare verso il cielo, è nell'aumentare la capacità di percezione del mondo, perché nell'accrescere lo spirito si entra nel Sé superiore che pulsa nel cuore, che pensa con la nostra mente e che vive nell’anima, perciò i centri vibrano veloci uscendo dall'inerzia, e diventiamo immuni dalle pesanti vibrazioni dell’ignoranza e della bruttezza. E questo non significa che diventiamo insensibili a ciò che è ingiusto, e che volteremo lo sguardo dall’ingiustizia, perché la sensibilità ci fa vedere anche le sfumature più nascoste della natura delle cose.

Credere che essere imperturbabili significa non versare delle lacrime di compassione, di stupore o di felicità significa affermare che si vive solo per essere pietra, perché l’uomo vero trasforma le sue lacrime in una pioggia divina quando le usa per annaffiare il giardino che cura nel suo cuore, perciò piangendo ci si fortifica e si affina la sensibilità. Le lacrime dell’inganno e dell’amarezza offrono un sollievo illusorio e momentaneo, perché indeboliscono la voglia di vivere, infatti chi diventa insensibile sente ostilità verso la vita, perciò chiude tutte le porte che sono rivolte verso il mondo.

L’insensibilità non è una via ragionevole, perché anche se fossimo in grado di essere pietra, dimentichiamo che anche il granito viene spezzato usando lo strumento adatto, infatti essere granito non impedisce alla vita di spezzarci, perciò siamo esposti al rischio che volevamo fuggire vivendo nella privazione della gioia e della bellezza del mondo. Forse la pietra è più dura della persona con una carne sensibile, perciò è chiaro che i sensibili soffrono, ma il dolore in loro funziona come un pungolo che li spinge a saltare sempre più in alto.

Molti cercano le anestesie mentali perciò sopiscono la mente e il cuore con i medicinali, con le bevande, con le droghe o con le esperienze più estreme bruciando una vita che vogliono felice. La sofferenza è più accettabile se siamo lucidi e se guardiamo in faccia il dolore, perché sappiamo riflettere sul mondo e non restiamo delle vittime inconsapevoli. La sofferenza è l'accelleratore dell’evoluzione, perché la beatitudine e il benessere ci renderebbero troppo inerti e passivi, mentre la vita usa delle energie che si muovono nella trasformazione, perciò soffriamo per poter riscoprire nuovamente il valore delle cose e il senso della vita.

Dietro a ogni dolore c’è un messaggio inespresso che ci indica la qualità e la virtù che dobbiamo sviluppare, perciò i maestri dicono che nel guardare con distacco, il dolore diventa più accettabile e la sofferenza si riduce, fin quando scompare. Se vediamo il mondo con sensibilità diventiamo esseri dalla pelle molto delicata e questo richiede dolore, perché ogni evoluzione è dolorosa, in quanto per essere diversi bisogna uccidere ciò che eravamo, perciò ci richiede il coraggio di diventare superiori anche al dolore dell’egocentrismo.

Chiaramente non pretendiamo di diventare un Dio, perciò se ci offendo e ci feriscono ne soffriamo, com’è naturale sia, ma non soccombiamo al dolore riflettendo sul fatto che non abbiamo perso molto se perdiamo chi non ci ama, e che il danno è molto minore del vantaggio che abbiamo acquisito. Conservare il dolore, l’amarezza e l’offesa ci rende come una palude che accumula ciò che è negativo fino alla totale putrefazione, perciò è necessario diventare la sorgente che fa scorrere l’acqua ristagnante per rinnovarla offrendogli un nuovo corso, infatti entriamo nell’eterno fluire che rinnova continuamente il mondo.

L’amore per la vita ci rimanda indietro tutto l’amore di ciò che è buono e che è bello, e ci rimanda indietro l’amore degli esseri e dell’universo che si offrirà al nostro amore: sarà l’amore che nutriremo per il mondo che ci proteggerà dall’odio dal mondo. L’amore rigetta tutto ciò che è negativo e mantiene forti e vitali, perciò è importante capire che la nostra società abusa di calmanti, di farmaci e di esperienze estreme per tentare la fuga dal mondo, ma la fuga è momentanea, perché diventiamo le vittime che sono condannate senza saperne la ragione.

La vita resta com’è e le persone sono come vogliono essere, perciò capire che le cose non cambiano per non urtare la nostra sensibilità, mostra un’evoluzione di coscienza, per questo dobbiamo imparare che siamo noi che dobbiamo cambiare la prospettiva, e l’unico modo è quello di acquisire una sensibilità superiore. Il primo passo è diventare coscienti del nostro valore, e dei momenti che vengono a farci capire che è la maggiore sensibilità e la nostra capacità di saper provare dolore davanti alle ingiustizie del mondo che ci rende degli esseri superiori.

Il cielo non è adatto per chi è pigro o freddo verso il mondo, perché il cielo non ama chi è vuoto e superficiale, non trovando sufficiente materiale con cui poter costruire, infatti il cielo vuole chi ama e percepisce con acuta sensibilità. Il cielo dona la luce in modo diverso dai modi che noi pensiamo giusti e opportuni, perciò glorifichiamo i momenti in cui ci giunge l'illuminazione di questa maggiore sensibilità.

Con l’accresciuta sensibilità sappiamo che le cose belle vivono in noi perché sono inscritte nel nostro inconscio, ed è questa la risorsa che conserviamo e che costituisce la radice della nostra essenza, ma noi abbiamo le bellezze che abbiamo accumulato selezionando solo ciò che la sensibilità ci ha fatto vedere. Ogni volta che riviviamo noi ricordiamo ciò che vive in noi, anche se le persone fanno l’opposto e conservano solo il ricordo delle occasioni in cui sono state ferite, umiliate o spezzate dalla vita, e poi incolpano la loro sensibilità, mentre invece dovrebbero vederlo solo come il frutto dell'enorme suscettibilità che esiste nell’egocentrismo umano.

Buona erranza
Sharatan


3 commenti:

luca ha detto...

Molto giusto questo post
Spesso il termine sensibile viene visto come qualcosa di negativo, un essere fragili oltre misura, mentre invece dovrebbe essere una qualità positiva, visto che permette di sentire realmente, al meglio cosa proviamo e cosa provano gli altri.
Spesso appunto invece che essere sensibili siamo suscettibili, appena ci toccano la nostra importanza personale, l'eccessiva importanza che attribuiamo o meglio che il nostro ego si attribuisce, subito scattiamo , e di cosa realmente stiamo provando o sta provando l'altro non ci interessa più nulla...

Sharatan ain al Rami ha detto...

Caro Luca,
molte qualità sono state messe al bando. La sensibilità e la gentilezza sono alcune tra le altre cose belle che rischiano di essere immolate sull'altare del cinismo attuale.

La sensibilità è rara, ma non è ancora scomparsa. Io vedo ancora brave persone in giro che credono in questi valori. Molti miei amici sono ottime persone, sono persone sensibili che sanno apprezzare la sensibilità e la gentilezza altrui :-)

Sharatan ain al Rami ha detto...

Si,
ho degli amici cari e affettuosi. Ma ho incontrato anche persone pessime che ho subito escluso dalla mia vita.

Si incontra di tutto, perciò dobbiamo scegliere bene. Molti hanno paura di stare soli e si accontentano di ciò che trovano ... anche se vale poco. Un caro saluto