giovedì 10 gennaio 2013

Un centro di coscienza e di espressione



"L'uomo seleziona solo a proprio beneficio;
la natura solo a beneficio dell'essere che accudisce.
Ogni carattere selezionato viene sfruttato a fondo
e l'essere si viene a trovare nelle migliori condizioni di vita. "
(Charles Darwin - La selezione della specie)

Gurdjieff dice che la verità è una conquista del singolo uomo, infatti nessuno può comprendere al posto di un altro. Gli uomini acquisiscono delle nozioni e possono trasmettere queste conoscenze ai loro simili, essi possono indicare la strada per fuggire, ma non possono trasmettere la comprensione. Per comprendere, è necessario che colui che parla sappia cosa dice, ma anche chi ascolta deve saper comprendere il senso di ciò che viene detto.

Chi ascolta non deve ascoltare passivamente, ma deve cooperare, cioè deve saper ascoltare in modo attivo. Non esiste un linguaggio adatto a comunicare la comprensione, perché il linguaggio si è cristallizzato nelle parole, e le parole sono sempre legate al contesto che gli viene attribuito dai popoli e agli usi e costumi che sono più in voga al momento. Le parole dovrebbero essere plastiche, cioè dovrebbero potersi trasformare assieme al tempo e al mutare della mente dei popoli, perciò dovrebbero essere plasmabili, ma questo non può essere.

A causa di tutti questi motivi, la comprensione appartiene solo al singolo uomo, perciò nessuno può insegnare quello che ognuno deve cercare in modo autonomo. Nessuno può insegnare ad un altro come diventare buono, altruistico e pacifico, ma si può incitare a cercare in noi stessi la chiave per conoscersi e per cambiare la propria interiorità. Nessuno può imporre il cambiamento negli altri, infatti ognuno può cercare soltanto di modificare se stesso.

Molti credono di riuscire a cambiare il mondo usando la politica, l'economia o con la rivoluzione, ma l'unica via che resta praticabile è quella dell'ampliamento della coscienza personale che avverrà solo quando l'amore e la tolleranza entreranno nel cuore dell'uomo. Finché l'uomo resterà un essere egoista, il suo egoismo troverà mille strade astute per perpetuare lo sfruttamento e il suo opportunismo crescerà, perciò la prepotenza del forte prevarrà sempre sull'essere debole.

Solo il singolo individuo può persuadere se stesso che è necessario iniziare a pensare in modo nuovo. Solo il singolo può convincersi che è meglio pensare ponendo l'amore, la comprensione e la tolleranza reciproca come valori primari, perché non ci conviene continuare a valorizzare il profitto se questo continua a produrre solo dolore. Bisogna sapere che l'evoluzione cosmica segue un corso che possiede il suo ritmo, perciò anche l'uomo segue un ritmo evolutivo, ma il percorso individuale può avere una velocità diversa dall'evoluzione cosmica generale.

Gurdjieff avverte che l'evoluzione individuale viene determinata dalla condotta dell'essere individuale, perciò può anche avvenire che un essere possa anticipare l'evoluzione della sua razza. Avviene perciò che un singolo possa anticipare l'avanzamento evolutivo del gruppo, ma se questo avviene, costui dovrà imparare a trovare solo nel suo intimo la fonte della sua gioia. Se questo avviene, e se questo soggetto diventa l'anticipatore troppo precoce dei tempi futuri, allora sarà votato alla solitudine.

Chiaramente vive più felicemente chi sa evolvere procedendo parallelamente con l'evoluzione generale, infatti ogni cosa segue l'evoluzione progressiva, però costui potrà amalgamarsi più facilmente agli altri, e potrà fluire più armoniosamente con l'avanzare della vita, arrendendosi facilmente alla trasformazione che avviene. E' necessario saper vivere esaminando con molta attenzione tutto quello che ci circonda, ma è necessario anche comprendere e assecondare la natura e la qualità dei nostri più intimi impulsi.

Questa è la strada che coniuga più armoniosamente la libertà personale e la semplicità dell'adattamento, perché è una strada che non vede alcuna resistenza al naturale evolvere delle cose, perciò ci aiuta a vivere facendo un facile superamento di quello che si è concluso. Chi non riesce a conciliarsi con il naturale flusso del mutamento che muove il mondo subisce il dolore di questa frattura interiore, perché resta ancorato al passato e alla ricerca inutile di quello che non esiste più.

La vita materiale è il mezzo migliore per evolvere, però tutto quello che diventa inutile va abbandonato come se fosse una cosa morta che va archiviata tra ciò che muore. Tutto quello che muore si è concluso perché ha finito il suo corso, infatti non ha più nessuna utilità per il nostro avanzare, perciò dobbiamo imparare a nascere ogni giorno come se fossimo ogni giorno un essere nuovo.

L'uomo è alla continua ricerca della verità, perché la ricerca offre la possibilità di trovare condizioni di miglioramento, perché se non fosse possibile migliorare vuol dire che il destino dell'uomo sarebbe quello di vivere immobile, ma l'inerzia è la condizione che è posseduta solo dalle cose morte. Il desiderio di conoscere ci spinge sempre a progredire, e agisce così in tutte le specie animali, infatti la ricerca di nuove possibilità di vita comporta anche un migliore adattamento all'ambiente.

Queste due cose sono sempre correlate, infatti senza una trasformazione di condizioni ambientali l'evoluzione si fermerebbe, e la vita sarebbe un caso sempre più raro e vedrebbe solo individui poco resistenti. L'adattamento alla vita non avviene solo per quello che riguarda l'involucro fisico, ma avviene anche in tutti gli altri veicoli, perciò la fase iniziale della trasformazione è molto entusiasmante, ma poi interviene l'abitudine per cui l'intensità dell'entusiasmo diminuisce.

Avviene così in tutte le cose, perciò il fenomeno è osservabile nel cosmo ma anche in ogni novità, sia che parli del nuovo lavoro, dell'arrivo di una passione o anche di una cosa che ci regalano. L'uomo è spinto alla ricerca della novità, e la ricerca di innovazioni maggiori ci spinge sempre verso un progresso, infatti gli innovatori sono la forza vitale delle società. Quando un'istituzione si chiude all'innovazione è segno che è destinata a morire, perché essa entra nell'entropia essendosi privata del beneficio di risorse per rinnovarsi e arricchirsi.

Tutto ciò che si ferma è destinato a morire, perché tutto deve progredire, infatti il sopraggiungere di nuove condizioni comporta anche l'apporto di nuove forze, sebbene i rivoluzionari vengano accolti con fastidio, perché vengono a disturbare un ordine che si è costituito. Ma, proprio per il fatto che essi disturbano quell'ordine esistente, solo gli innovatori possono aprire le vie delle nuove cognizioni, perciò impediscono che le cose preesistenti possano crollare per consunzione.

Quando una società o una struttura crede di non dover imparare più nulla di nuovo è destinata a finire, perciò per innovare è necessario avere il coraggio e la volontà di abbandonare le vecchie certezze per cercare un'altra verità. Comunemente non si accetta di lasciare la via che corrisponde alle nostre aspettative e ai desideri, perciò nessuno vuole abbandonare di sua volontà il contesto a cui si adatta meglio.

Solo chi sente delle limitazioni e delle barriere al suo pensiero e al suo modo di essere sa lasciare il rifugio che non sente più sicuro per andare a cercare altrove una verità migliore. Da tutto questo si comprende come solo quegli uomini che cercano e vogliono una verità più autentica e piena di quella che esiste possono arricchire la verità che la società o la comunità possiede.

Esaminando l'evoluzione umana vediamo che, inizialmente, l'uomo non ha la coscienza di sé, perciò è un essere che funziona con l'attivazione dei centri di sensibilità e dell'istinto. Nello sviluppo iniziale l'uomo non si discosta molto dallo sviluppo delle altre specie animali. L'incarnazione interviene per costruire tutti i veicoli idonei a essere definiti degli animali superiori, perciò ci incarniamo come uomini per superare lo stadio animale e per costruire gli strumenti adatti a manifestare l'essenza profonda di noi stessi.

Con l'incarnazione perfezioniamo la nostra individualità, perciò viene il momento in cui si raggiunge il livello in cui l'uomo diventa cosciente di sé stesso, perciò viene il momento in cui si diventa un centro di coscienza e di espressione. Prima l'essere umano era completamente dipendente dall'ambiente esterno, perciò tutte le sue reazioni erano condizionate dalle condizioni esterne, e le sue risposte erano automatiche.

Con il primo livello di evoluzione si apre la nuova dimensione dell'io, perciò l'uomo entra nel mondo della separazione in cui tutto è suddiviso tra ciò che è "mio" e ciò che è "altro da me". Questo mondo è popolato da una grande quantità di stimoli che sorgono con prepotenza sotto l'impulso dell'egoismo, dell'avidità e della brama di possesso. Queste forze sono tutte le qualificazioni di cui l'io si nutre per potersi percepire come essere che è separato dal mondo esterno.

Tutte le forme di manifestazione che emergono, inizialmente vengono in modo violento, perciò molte filosofie le paragonano ai demoni furiosi dal temperamento violento e dal carattere insaziabile. Tutto ciò che produce l'io possiede i tratti della violenza, della ferocia e dell'insaziabilità, perché queste qualità sono tipiche dell'egocentrismo che si vuole impone anche se deve usare il furto, l'omicidio e la ferocia.

Anche dalla dolorosa nascita dell'individualità vediamo che l'indole dell'uomo non differisce dall'animale quando egli cerca di soddisfare il suo desiderio. Chiaramente l'uomo deve superare questo livello primitivo, perciò interviene l'elemento che deve riequilibrare questo comportamento primitivo. Le azioni di un individuo così poco regolato potrebbero ripercuotersi sull'ambiente che lo circonda e colpire gli esseri che gli sono vicini.

Secondo una legge di natura, esiste una limitazione, infatti esiste una inibizione naturale che viene collegata alla libertà d'azione delle persone, infatti il libero arbitrio viene sempre dosato in modo che l'essere meno evoluto venga maggiormente condizionato e inibito nella sua piena espressione. Gurdjieff avverte che esistono sempre delle forze positive e negative che permettono l'azione equilibrata che vediamo quando interviene un pareggio di forze.

Secondo la legge che regola le forze, quando agisce una forza positiva e prepotente nella richiesta, interviene una forza pari di segno negativo con azione inibitoria, e questa opposizione che ristabilisce l'equilibrio sorge dall'ambiente. Seguendo questa legge naturale vediamo che ogni cosa ha una polarità positiva e una negativa, e tutto possiede questo lato che è visibile per gli effetti. Ogni cosa, ogni forza e ogni potere possiede questa opposizione di polarità che è necessaria per poter avere l'equilibrio che ripristina l'omeostasi di cui la natura necessita.

Tutta la natura ha una doppia polarità necessaria per dosare, perché più la forza rischia di essere preponderante e maggiore deve essere l'inibizione che essa deve ricevere. Se abbiamo compreso il ragionamento impariamo perché più l'essere si evolve e maggiore diventa il grado di libertà di cui egli può fruire, infatti ad ogni essere è concesso il livello di libertà di cui riesce a fruire senza abusarne e senza danneggiare il suo prossimo.

Perciò vediamo che la libertà diventa sempre maggiore mano a mano che si procede nell'evoluzione, perciò vediamo come ogni organizzazione religiosa, sociale e politica con i suoi divieti e le sue sanzioni sorge per tenere sotto controllo gli esseri poco evoluti. Vediamo che i comandamenti e le leggi sono funzionali per impedire che la distruttività di esseri poco evoluti possa prevalere. Gli esseri poco evoluti spiritualmente sono tenuti sotto controllo con la minaccia delle punizioni e con la paura di subire un castigo più doloroso del piacere che potrebbero trovare.

La paura e la minaccia sono necessarie per limitare l'arbitrio dell'individuo che non possiede l'evoluzione spirituale che gli impedisce di nuocere senza bisogno di usare le sanzione e il controllo. Le istituzioni sono un riduttore che da l'autocontrollo che l'individuo non sa attivare in modo autonomo, perciò le organizzazioni fanno conquistare collettivamente ciò l'uomo singolo non sa conquistare.

Lo stesso avviene nelle organizzazioni spirituali, perciò ci si avvicina ad esse credendo di ottenere una evoluzione più veloce, perciò si crede che le adesioni siano sufficienti per arrivare alla meta, ma è l'ego molto vitale e prepotente che aspira a diventare più grandioso. Questo spiega perché si può diventare solo un informatore per i simili, ma nessuno si può atteggiare a maestro. Ognuno può conversare di questi concetti, ma nessuno può essere guru di altri.

Nessuno può avere seguaci e nessuno può giurare che l'altro comprenda, infatti la convinzione di avere completato l'indottrinamento dimostra solo la megalomania dell'ego. Chi si sente guru o maestro deve sapere che molti predicatori e discepoli di Cristo son morti da tempo, ma nessuno morì di morte naturale circondato da cari affetti familiari. L'evoluzione di ognuno è quella che è, ed è quella che ognuno sa conquistare e di cui risponde solo davanti alla sua coscienza, perciò non esiste qualcosa che la possa aumentare.

La cosa più paradossale è che l'avanzamento spirituale comporta un proporzionale avanzare del livello di difficoltà e di responsabilità che la promozione comporta. I maestri dicono che, se viene accresciuto il nostro valore si diventa anche più responsabili, perché l'accresciuta reputazione richiede un lavoro più duro per mantenere il livello di prestigio, infatti non si può più ridiscendere al livello inferiore.

Chi possiede questo credito possiede un'assegno firmato con una grossa cifra in bianco, perciò deve essere molto accorto sul modo con cui vuole usare il suo credito perché, in cielo, questa fiducia totale si concede pure, ma solo a chi da prova di non volerne approfittare. Nel caso che diciamo, in cielo avviene al contrario di quello che accade in terra dove sono usate tutte le scappatoie legali e illegali per salvare gli imbroglioni e i truffatori, infatti lassù non è così facile imbrogliare.

Buona erranza
Sharatan



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