martedì 11 novembre 2014

L'Amore Divino



“Dio ti tiene sempre nel suo cuore. Questa è una cosa che devi sapere, e se non la sai, devi impararla. Dio ti ama come sei, non ti chiede di essere migliore o più saggio di come sei, non vuole che tu sia uguale a qualcun altro. Dio ti ama e ti accetta senza condizioni. Dice: “Ti amo, figlio o figlia. Resta sicuro di questo amore e sappi che sono con te.”

Se non hai questa consapevolezza del divino, devi coltivarla. Devi entrare nel tempio interiore almeno una volta al giorno. Non farlo per chiedere favori oppure oggetti materiali, chiedi invece di sentire il Suo amore nel profondo del tuo cuore. È questo amore incondizionato, che abbraccia tutto, che ti sosterrà per tutto il giorno.

È per questo che preghi: “Signore, chiedo la Tua presenza nella mia vita oggi. Possa io sentire il Tuo amore e sapere che sei con me in tutto ciò che penso, tutto ciò che dico e tutto ciò che faccio.”

Dal momento che chiedi, Egli verrà. Dal momento che Gli crei spazio nel tuo cuore, sarà con te. Dal momento che chiedi aiuto, ti guiderà. Sarà con te perché ti sei dato il tempo di stare con Lui, perché anche questo fa parte del tuo patto con Lui. Il tuo rapporto con Dio non richiede qualcosa solo da Lui. Richiede qualcosa anche da te. Non è un rapporto a senso unico.

Anche se Dio è sempre con te, non puoi sentire la Sua presenza tranne quando lo chiedi. Se tu non ti fai vedere, se non chiedi, Dio non può mostrarti a te. Conoscerlo ed essere con Lui sono una cosa sola. Non puoi conoscere Dio senza essere presente con Lui. Ecco perché ci diamo il tempo di meditare, contemplare e pregare.

Ecco perché ogni giorno, tutte le volte in cui è necessario nel corso della giornata, invitiamo Dio nella nostra mente e nel nostro cuore. San Francesco pregava: “Signore, rendimi uno strumento della Tua pace.” Non possiamo essere strumenti della pace di Dio se non ci diamo il tempo di fare esperienza di quella pace. Dobbiamo provarla innanzitutto nel nostro cuore, se vogliamo essere in grado di estenderla agli altri.

Chi cerca di guarire gli altri prima di essere guarito egli stesso è un guaritore ferito che creerà problemi a non finire a se stesso e agli altri. Non puoi dare ciò che non hai. Non fare come Don Chisciotte che cavalca il suo cavallo bianco per cercare di salvare il mondo.

Prima salva te stesso. Stabilisci prima il regno nel tuo cuore e, automaticamente, si estenderà agli altri. Allora, ovunque andrai, l’amore di Dio sarà con te e gli altri lo sentiranno e saranno attratti verso di te. Questa è la legge dell’attrazione.

La gente è attratta dalle vibrazioni dell’amore perché l’amore è ciò che desidera. Naturalmente questo non ha nulla a che fare con te come personalità o come ego. Ha a che fare con l’amore che tu incarni. Tu sei solo uno strumento.

Non è lo strumento che ha importanza, ma la musica che produce. Non sei tu o io, o san Francesco o persino Gesù a contare. È l’amore che incarniamo. Cristo è l’espressione dell’amore di Dio nel mondo. È la presenza viva in mezzo a noi. È le mani e i piedi di Dio. È la voce di Dio. È la volontà di Dio che è resa manifesta per nostro tramite.

Quindi dobbiamo essere umili. Dobbiamo attribuire il merito a Dio. Non siamo noi a guarire o consolare. È lo spirito di Dio che si muove tra di noi che guarisce e consola. Non puoi servire Dio e nutrire il tuo ego. Non puoi essere gretto o egoista ed esprimere l’amore di Dio.

Ciò di cui ha bisogno l’ego e ciò di cui ha bisogno Dio sono due cose completamente diverse. L’ego ha bisogno di apprezzamento, approvazione, lode, riconoscimento, fama e gloria. Vuole essere gonfiato perché non conosce il suo vero valore. A Dio non serve nessuna di queste cose, né esse servono al nucleo dell’essere, l'essenza presente in tutti noi che è connessa a Dio.

Il nucleo dell’essere è lo strumento puro. Gli basta essere espressione del divino in ogni momento, non ha bisogno di approvazione o di riconoscimento. La sua gioia sta nel trasmettere amore, perché capisce che dare amore vuol dire riceverlo. Di conseguenza, dare è un atto estatico e una continua benedizione per se stessi e per gli altri.

Vivere nel nucleo dell’essere vuol dire rinforzare il nucleo dell’essere negli altri. Incarnare l’amore vuol dire risvegliare la connessione con l’amore nel cuore degli altri. Ecco perché lo strumento è necessario. Non per richiamare l’attenzione su di sé, ma per annunciare la realtà sempre presente dell’amore.

Questa è la melodia che ascoltiamo e la connessione ritmica che proviamo alla presenza di un maestro spirituale. Il maestro emana amore puro. Vibra di pura gioia. Abbraccia tutti gli esseri nella sua accettazione incondizionata. Nel suo abbraccio siamo in pace. Ci sentiamo connessi al nucleo del Sé e alla nostra origine.” (Paul Ferrini, L’amore è il mio vangelo, Macro ed.)

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