sabato 3 ottobre 2015

L’adattamento



“Non vediamo le cose come sono,
le vediamo come siamo.”
(Talmud)

Tutta la vita che viviamo con gli altri dipende dal sentimento con cui ci accostiamo a loro, perciò spesso è difficile vedere con chiarezza nella loro indole. Spesso è difficile vedere il nocciolo interiore dell’uomo, per cui ci dobbiamo accontentare di valutare solo l’espressione esterna della sua natura. È molto difficile conoscere questa molteplicità di caratteri umani, perché alla natura generale che è propria del genere umano si aggiunge la natura che l’essere ha elaborato in modo individuale come conseguenza della sua esistenza.

Gli esseri umani sono molteplici e diversi nel loro sviluppo ma, non di meno, questa grande diversità si può inquadrare all’interno di alcune qualità, di alcuni toni fondamentali che esprimono delle peculiari disposizioni di base dell’essere umano cioè si possono vedere nel suo temperamento. Tutti hanno una loro particolare colorazione di base perciò quando vediamo un essere umano, possiamo percepire un quid che esprime il suo carattere fondamentale.

Ma, se ci fidiamo solo dell’osservazione della parte esteriore può diventare difficile riconoscere l’intonazione fondamentale che è tipica dell’individuo. Se è vero che ognuno esprime un suo carattere peculiare, è pure vero che ognuno si può distinguere secondo una tipologia di temperamenti. Si parla di 4 tipi di temperamento di base: sanguigno, collerico, flemmatico e malinconico. Ma facciamo attenzione, perché - come accade per tutte le classificazioni - non bisogna mai generalizzare troppo.

Va premesso che ognuno è come una mescolanza di temperamenti, perciò il singolo individuo va visto sempre come una mescolanza di varie sfumature. Per il singolo si deve pensare alla prevalenza di un temperamento rispetto a un altro. Da un lato, il temperamento rende l’uomo più individualizzato ma, dall’altro, gli consente di potersi inserire in uno dei 4 gruppi fondamentali. Il temperamento - da una parte - è correlato con l’intimo nucleo interiore essenziale mentre, dall’altro lato, esso è correlato con l’intima natura umana.

Questo è il punto che andrebbe sempre ricordato. Nell’uomo esistono alcune tendenze che lo spingono a ricercare una certa linea ereditaria, perché le qualità vengono sviluppate nelle famiglie, e poi si trasmettono a tutti i discendenti. Ma quello che si eredita dagli antenati consente di conoscere solo parzialment l’essenza e le qualità spirituali che l'individuo possiede. Si tende a vedere nell’uomo solo l’aspetto dei suoi tratti ereditari, però esiste qualcosa che possiamo ascrivere solo a una sua proprietà originale, alla peculiarità della sua essenza.

Questo elemento è un quid che non possiamo attribuire a nessuno dei nostri antenati. Il nostro nucleo spirituale interno viene portato con noi dai mondi superiori, infatti la reincarnazione rivela che il nucleo essenziale passa da vita a vita evolvendo e rendendoci quello che siamo. L’animale mostra solo l’evoluzione che è tipica della specie a cui esso appartiene ma, per l’uomo il discorso è diverso, perché tutto quello che egli conquista non va mai perduto.

Le inclinazioni, le disposizioni e le facoltà che dimostriamo sono ciò che abbiamo conquistato nelle vite precedenti. E, se osserviamo una linea ereditaria, vedremo che essa possiede dei caratteri che mostrano con più evidenza alcune peculiarità e qualità. Per l’entità individuale si deve pensare che essa nasce nella famiglia, nel popolo e nella razza per potersi rivestire degli involucri che gli vengono forniti, ma che conserva in sé tutte le sue qualità individuali.

Piuttosto dovremmo chiederci come si stabilisce l’armonia tra il nucleo essenziale umano di un individuo che ha già vissuto secoli, e le qualità che una famiglia, un popolo e una razza gli infondono, perché quelle qualità sono insite negli involucri di cui l'essere si riveste. Vediamo che ogni essere umano diventa il prodotto di due tendenze diverse che vanno messe in equilibrio. Da un lato dobbiamo adattare il nostro intimo a noi stessi e, nell’altro lato, dobbiamo adattarlo ai caratteri che troviamo nell'asse ereditario.

Ma il nucleo essenziale umano non ha nulla a che vedere con tutto quello che ha ereditato perciò deve adattarsi a ciò che si adatta meglio al suo essere, ma non è detto che sia la condizione ottimale. A questo si aggiunge il problema che viviamo sempre in epoche diverse da quelle in cui siamo chiamati a vivere, e il trapianto in epoche diverse può risulare difficile. Si comprende allora che, con l’incarnazione, all’essere serve un elemento di mediazione. Diventa necessario avere un legame tra l’individuo e l’umanità generica della famiglia, popolo e razza.

Fra l’elemento che portiamo con noi dalle vite precedenti e quello che ci viene fornito dalla famiglia, dal popolo e dalla razza esiste un quid, un elemento intermedio che ha qualità più generiche che si possono rendere individualizzate. L'elemento che si pone tra la linea ereditaria e la linea della nostra individualità si esprime con un temperamento. Il temperamento esprime una fisionomia dell’essere interiore infatti, per mezzo del temperamento - nel singolo - si colorano le peculiarità interiori con quelle che ha ereditano dalla sua stirpe.

Il temperamento è messo in mezzo, perché deve conciliare le doti che portiamo con noi con quello che proviene dall’ereditarietà. È come se, quando il nucleo umano scende, si circondasse di una sfumatura spirituale e assumesse le qualità che essa gli dona. L’essere deve accogliere degli attributi che si vanno a fondere con quelli che già possiede, perciò la sua colorazione si fonde con quella che gli viene data, perciò adatta le sue caratteristiche a quelle che trova. Questo è il modo in cui il temperamento fa da intermediario e mette in equilibrio l’elemento eterno con quello transitorio.

L’equilibrio è dovuto al tipo di rapporto che si instaura tra le componenti che costituiscono l’essere umano: questo ci fa capire la realtà dei temperamenti. L’uomo è composto da corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e dall’io. L’uomo possiede una parte che vediamo che è l’espressione delle parti invisibili che lo formano. Il sangue è l’elemento che esprime la particolarità del’io, il corpo astrale è espresso nel sistema nervoso, quello astrale è espresso nel sistema ghiandolare e quello fisico è espresso negli organi sensoriali.

Il corpo fisico mostra chiaramente i tratti della linea ereditaria, ma anche le qualità del corpo eterico che sono correlate alla nostra forza vitale sono espressione della linea ereditaria. Il corpo astrale è l’espressione più diretta delle qualità che sono connesse al nocciolo essenziale e il nucleo più intimo è l'io che ha superato tante incarnazioni perciò è diventato l’elemento che può irradiare verso l’esterno le sue qualità.

L’io è la parte della natura umana che permette di essere auto-coscienti perciò è l'elemento di mediazione tra gli involucri di cui l'essere va a rivestirsi. Quando entriamo nel mondo le 4 componenti si devono adattare una all’altra per interagire nei modi più vari mischiandosi tra di loro. Così ogni parte influenza l’altra, e viene da essa influenzata. Dall’interagire di corpo astrale ed io, di corpo fisico ed eterico, e dal mischiarsi delle due correnti risultano, nella natura umana, il delinearsi di vari temperamenti.

I temperamenti dipendono dall’individualità che si incarna e che deve adattarsi al carattere di una certa linea ereditaria. Se l’uomo non potesse riconfigurare la sua essenza interiore, ogni volta che ritorna a vivere, non potrebbe evolvere e ognuno sarebbe solo una fotocopia dei suoi antenati. La forza che conferisce il carattere particolare all'essere individuale che torna a vivere, è la forza del temperamento: questo è il segreto dei temperamenti.

Buona erranza
Sharatan

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