mercoledì 9 marzo 2016

I livelli dell’anima



“Il Santo, sia Egli benedetto, pose nell’uomo
un’anima sublime e vi incluse sapienza e intelligenza,
per conoscere tutto.” (Zohar II. 55a)

Secondo i cabalisti, l’anima è lo specchio delle Sephiroth perciò l’anima è una scintilla dell’Essenza Divina. Nello Zohar si dice che l’anima fu rivestita con un corpo, quindi l’unica parte reale dell’uomo è l’anima che – al momento della morte - lascia l’involucro corporeo in cui è racchiusa. È scritto pure che Dio, all’origine delle cose, creò un certo numero di anime destinate a unirsi ai corpi, infatti nel Talmud si afferma che le anime sono racchiuse in un magazzino celeste mentre aspettano di scendere sulla Terra. E, mentre alcune restano nascoste sotto il trono di Dio, altre sono libere di passeggiare nelle pianure celesti in compagnia delle anime che hanno già vissuto.

Tutte le anime vivono nel Settimo Cielo tra immensi tesori di vita immersi nella benedizione Divina, perciò il Messia verrà solo quando tutte le anime avranno vissuto sulla terra. Il Talmud dice che l’anima è elemento essenziale dell’uomo, perciò l'anima è la parte che caratterizza la sua individualità e che conosce tutti i segreti della Torah. L’anima è la fonte della vita del corpo perché l'anima fu donata all’uomo affinché potesse combattere la battaglia tra il bene e il male.

Nella dottrina cabalistica si afferma che la vita umana è una lotta contro le passioni, perciò non viviamo in una condizione di pace e di beatitudine. Secondo i cabalisti, l’uomo è l’agente perfezionatore del cosmo perché è composto dalle 10 Sephiroth, e le loro forze si rispecchiano nell'uomo. L’uomo fu concepito come un “trasformatore” che - per mezzo della sua esistenza e delle sue azioni - può amplificare tutte le forze che riesce a contenere. L’uomo può innalzare tutta la manifestazione fino al massimo grado e può spingerla verso la Fonte primaria.

Secondo la dottrina cabalistica, le Sephiroth con cui Dio mostra la sua natura assumono una forma umana e creano il microcosmo che può esercitare la sua azione correttiva nel Macrocosmo, e anche sull’Uomo Primordiale che è situato al di sopra di lui. Tutto questo è possibile – dicono i cabalisti - perché solo all’uomo è stato concesso il dono del libero arbitrio con cui ha avuto il potere di avanzare o di regredire in conseguenza delle sue azioni.

Tutto questo dimostra il motivo per cui la forma umana è considerata “la forma che include tutte le forme” essendo creata a immagine di Dio. Secondo una teoria molto diffusa, prima del peccato originale, l’uomo possedeva solo un corpo spirituale ma ottenne il corpo di carne dopo la caduta originaria. L’idea è suggerita dal passo della Genesi in cui è detto che Dio fece degli abiti di pelle per Adamo ed Eva che - in precedenza - avevano solo un corpo fatto di luce. Fu in quel preciso momento che la volontà umana si allontanò dalla volontà Divina, e nacque l’individualità che è dotata del libero arbitrio.

La separazione da Dio comportò la moltiplicazione delle individualità, perciò l’Uno diventò una moltitudine. Secondo i cabalisti, la serie di fluttuazioni armoniche periodiche si trasformò in un conflitto tra gli opposti estremi, e si mostrò nella polarizzazione tra bene e male. Questo è diventato il destino dell’uomo, perciò la missione umana è quella di vincere la polarizzazione causata dal peccato originale. L’uomo deve ritrovare l’unità e l’armonia dell'origine, e questo può essere realizzato se l'uomo unisce la sua volontà con quella di Dio.

Queste idee mostrano che la Cabala e il Cristianesimo provengono dalle stesse fonti, ma poi la direzione cambiò perché i cabalisti credono che esiste sempre la possibilità che l’uomo possa superare la sua corruzione interiore per mezzo delle sue forze innate e con l’aiuto di Dio. Nello Zohar è scritto che l’anima umana può elevarsi e perfezionarsi poiché l’anima può ascendere dai 3 piani inferiori che formano la base fondamentale fino a comprendere 5 livelli di esistenza che corrispondono alle 5 dimensioni di vita a cui si accede percorrendo i 32 Sentieri della Saggezza.

Perciò i cabalisti affermano che si possono percorrere i 5 piani rappresentati da Nefesh, Ruach, Neshamah, Hayah e Yehidah. Questi livelli evolutivi dell’anima vengono collegati alle 5 vocali dello Tseruf che è una pratica mistica che somiglia alla vibrazione canora del Mantra Yoga degli induisti e ad alcuni esercizi dei sufi. Perciò, i cabalisti credono che il canto sia un mezzo per poter risvegliare l’anima. Ma, sebbene i livelli che l’anima può fare siano cinque, di solito si parte dai primi 3 livelli di base ossia da Nefesh, Ruach e Neshamah.

Nefesh è l’involucro delle facoltà fisiche e mentali che vengono assegnate ad ogni uomo durante il suo soggiorno sulla Terra. Quest’anima comprende la sfera dei sentimenti, delle emozioni, dei pensieri, dei desideri e degli istinti, perciò questa parte dell'anima viene assimilata all’ego dell’uomo. Nefesh vuol dire “anima”, “vita” o “respirazione” e sebbene venga collegata alla tumultuosa vita interiore proviene dal verbo “nafash” che significa “riprendere fiato” o “riposarsi.” Permutando questo termine vediamo che Nefesh diventa “nashaf” cioè “soffiare” o “esalare” perciò vediamo che Nefesh esprime l’esalazione del soffio dell’anima, e che la sua manifestazione avviene tramite il canale di Ruach.

Questa parte dell’anima è sottoposta al turbinare dei pensieri, dei sentimenti e delle passioni perciò essa aspira sempre alla pace, poiché aspira a ritornare alla sua condizione originaria. Nefesh esprime la sfera psicologica dell’uomo, infatti “nafshi” significa “spirituale” o “psicologico” e indica il mondo dell’affettività ovvero il mondo delle relazioni che l’uomo intesse con tutto quello che lo circonda. La Nefesh rappresenta i due lati opposti del nostro “io” in quanto rappresenta la dualità e la scissione che proviene dai nostri conflitti interiori, perciò la padronanza dei contrasti produce una profonda pace interiore.

Il sangue è il veicolo della Nefesh, perciò Nefesh viene messa in rapporto con i fluidi vitali ed è associata al corpo eterico dell’occultismo. La Nefesh è il veicolo più basso dell’anima perciò è il livello che dipende dal mondo di Assiah, il mondo dell'azione. Il termine Ruach significa “vento” perciò Ruach è l’anima che rappresenta lo spazio aperto in cui avviene lo scambio energetico tra la Nefesh dell’ego inferiore e la Neshamah che rappresenta l’ego superiore. La Ruach ha il ruolo di “valvola di sfogo” ed è il luogo dove si può allentare la pressione che si crea all'interno dell’anima. Tutto questo si vede nel termine “ravah” che gli viene associato, e che significa “essere alleviato.”

La Ruach ha un ruolo primario nella meditazione, perché rappresenta lo spazio di libertà interiore più vicino alla realtà tumultuosa del mondo esterno, perciò è la parte dell’anima con cui più facilmente possiamo entrare in contatto. Tutte le tecniche di respirazione cabalistiche vengono associate alla Ruach perché i cabalisti associano il respiro allo spirito e, di conseguenza, credono che l’armonia del respiro può giovare allo spirito. Tutte le pratiche che sono associate all’aria vengono collegate alla Nefesh, mentre la Ruach viene associata ai condotti della respirazione, e la Neshamah viene associata all’apparato respiratorio in generale.

A causa del suo ruolo di scambio e di intermediazione, Ruach viene associata al mondo della formazione, perciò viene associata alla dimensione intermedia tra mondo materiale e mondo spirituale. Neshamah deriva dal verbo “nasham” cioè “respirare” e dal sostantivo “neshem” ossia “soffio vitale” che è un termine molto simile al termine “neshimah” che indica la respirazione. Per questo, la Neshamah viene associata al primo atto della vita cioè all’inspirazione e all’espirazione che rappresenta il primo soffio con cui entriamo nella vita terrena.

I cabalisti dicono che Neshamah corrisponde alla prima He del Nome Divino, il Tetragramma, che incarna l’evoluzione del soffio di Dio perciò collegano Ruach alla lettera Vav che svolge un’azione mediatrice, mentre Nefesh viene collegata alla seconda He del Tetragramma che raffigura l’espirazione divina. Queste associazioni nascono dal racconto biblico della creazione dell'uomo in cui Dio soffiò dentro le narici dell’uomo di argilla che aveva plasmato il suo respiro, perciò il soffio Divino trasformò l'uomo di argilla rossa in un essere vivente.

Questo brano biblico illustra anche il processo omologo del cabalista operativo che opera per creare il Golem. Dal punto di vista spirituale, un processo simile viene ripetuto anche durante la verbalizzazione mantrica che viene chiamata Tseruf. Questa pratica mistica consente al cabalista che la ripete di diventare un essere completo che riesce a vivere nei 4 mondi della Cabala. Si crede che, tramite questa vocalizzazione mantrica, le energie che sono emesse dalle lettere che vengono pronunciate, si possano combinare al livello di Neshamah e - tramite la Ruach - possano passare nella sfera sensibile e vocale finché si diffondono nella Nefesh.

Per mezzo di questa vocalizzazione mantrica o Tseruf, la Neshamah può attirare l’energia universale, lo Shefà, traendola dal mondo di Atziluth e può convogliarla all’interno delle forze vitali umane. Per questo, la Neshamah viene correlata al mondo della creazione, Briah. Il grande rabbino e cabalista di origine marocchina, Elia Benamozegh, che visse a Livorno nel 19° secolo, diceva che il soffio che il Signore insufflò nelle narici di Adamo creò l’uomo terrestre, e che questo racconto conferma la realtà della sua spiritualità e l’origine divina dell'uomo.

Egli diceva che l’uomo contiene una parte immortale cioè la sua coscienza, la sua individualità ossia il suo io. E aggiungeva che, con la morte del corpo fisico termina la vita terrena, ma inizia una nuova fase dell’esistenza, perché Dio accoglie l’anima del defunto nel suo Regno e lo fa sedere nell’assemblea dei Giusti. Benamozegh disse: “La morte fa delle nostre anime come dell’acqua che scorre verso una meta determinata e non torna mai indietro. Questo luogo verso il quale tende è Dio stesso. Egli troverà il modo perché nessuno sia mai rigettato.”

Per questo dobbiamo pensare che, se i 3 livelli fondamentali dell’anima influenzano direttamente la vita umana, i due gradi superiori ossia la Hayah e la Yehidah si attiveranno solo nel mondo futuro. Il termine Hayah significa ”vivo o “vivente” sebbene possa sembrare strano che la Nefesh che corrisponde ad un livello inferiore venga rappresentata da uno stato di quiete mentre il livello superiore espresso dalla Hayah venga rappresentato da una dimensione molto viva e dinamica. Ma questo fatto non è affatto strano, perché le sfere superiori non sono mai passive ma sono sempre vibranti di intensa attività spirituale.

La Hayah viene posta nella regione più bassa di Atziluth dove inizia la dimensione del tempo, perciò rappresenta lo stadio iniziale della vita, mentre i 3 gradi inferiori indicano i vari livelli evolutivi creati dal soffio Divino. Hayah è il principio vitale che precede ogni manifestazione creata dal soffio vitale. Yehidah significa “l'unità” e deriva dall’aggettivo ”yahid” che significa “solo”, “unico” o “isolato” perciò rappresenta il piano dell’anima che corrisponde al livello superiore di Atziluth dove non esiste nessun concetto di tempo.

A questo livello non esiste nessuna distinzione tra Creatore e creatura, poiché esiste solo l’Uno: qui finisce la molteplicità e si ritrova l'Unità. Yehidah è l’Unica perciò è la Luce dell’Ein-Soph dove l’anima ritrova la sua dimora. Yehidah supera tutti per la sua nobiltà, la sua profonda e squisita spiritualità, perciò Benamozegh dice: “Yehidah significa il centro, l’unità, il punto dal quale derivano tutte le forze della vita e del pensiero e al quale convergono. Questa monade regina… che di tutto questo insieme fa una perfetta unità, che tutto produce, tutto coordina, tutto perfeziona” rappresenta l’Anima Suprema che viene assimilata a Dio.

Buona erranza
Sharatan

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